Saman Abbas, salta il videocollegamento dal Pakistan con il padre della ragazza assassinata

Le autorità pachistane non hanno predisposto il videocollegamento con l'Italia. Oggi, in aula, dovrebbe testimoniare l'amico a cui Saman confidò delle nozze forzate

Un primo piano di Saman Abbas
Un primo piano di Saman Abbas

Ancora una volta, Shabbar Abbas non parteciperà all'udienza del processo per l'omicidio di Saman. Il padre della 18enne pachistana, uccisa a Novellara nella notte tra il 30 aprile e il 1 maggio 2021 per essersi opposta alle nozze forzate con un cugino, aveva dato la disponibilità a essere sentito dagli inquirenti italiani. Le autorità di Islamabad non hanno predisposto il videocollegamento con l'Italia. Tuttavia, i giudici della Corte d'Assise di Reggio Emilia hanno comunicato che faranno un nuovo tentativo nelle prossime udienze.

L'estradizione di Shabbar Abbas

Il padre di Saman è in attesa di ricevere conferma della richiesta di estradizione da parte del tribunale pachistano. La decisione potrebbe arrivare il 26 aprile, alla fine del Ramadan. La prossima udienza, in Pakistan, è fissata per il 18 aprile. Per l'occasione - riferisce l'Ansa - i giudici di Islamabad hanno intimato al 45enne e all'accusa di depositare la memoria difensiva. In Italia, Shabbar Abbas è accusato di concorso in omicidio e occultamento di cadavere della figlia assieme alla moglie, ancora latitante, due cugini e uno zio della ragazza. Il cadavere della 18enne è stato ritrovato lo scorso 18 novembre in un casolare abbandonato di Novellara, a pochi passi dall'azienda agricola in cui lavoravano gli Abbas.

Il "testimone chiave"

All'udienza di oggi dovrebbe partecipare un amico e confidente di Saman. Al giovane, un 20enne afghano residente in Belgio, la 18enne confidò delle nozze forzate con il cugino nel Paese d'origine. Dopo il racconto, il ragazzo decise di sporgere denuncia alla polizia belga che attivò immediatamente l'Interpol. Motivo per cui è considerato un possibile "testimone chiave" del chiave del processo. Per quanto riguarda gli imputati, invece, resta solido l'impianto accussatorio iniziale formulato dalla procura di Reggio Emilia.

Gli inquirenti ritengono più che valida l'ipotesi di un delitto d'onore ordito "in concorso" da cinque familiari della giovane, tra cui anche i genitori. Agli atti dell'inchiesta ci sono, oltre alle denunce di Saman, anche alcune intercettazioni telefoniche e i filmati estrapolati dalle telecamere di sorveglianza cittadina a poche ore dall'omicidio.

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