Nel 2020, molto prima che si parlasse di una revisione del processo per Olindo Romano e Rosa Bazzi, i trafficanti di droga del Comasco facevano ricerche «coperte» online sulla strage di Erba. Lo rivela un’intercettazione legata a una recentissima inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Milano, coordinata dalla squadra mobile di Como, di cui si parla nell’ultima puntata del podcast su YouTube «Il Grande Abbaglio». Dei brogliacci era ignaro persino Fabio Schembri, il legale della coppia che sta discutendo la riapertura del processo per la mattanza dell’11 dicembre 2006, costata la vita a Raffaella Castagna, a suo figlio Youssef di 2 anni e mezzo, alla mamma Paola Galli e alla vicina di casa Valeria Cherubini.
A parlare nell'intercettazione è il 39enne Vincenzo Milazzo, una specie di manager che per i pm aveva il controllo dei traffici nell’Erbese, tenuto molto in considerazione dai fornitori di stupefacenti. Pur avendo a disposizione telefoni criptati, in una conversazione risalente al 2020, Milazzo e alcuni appartenenti al presunto sodalizio criminale dedito allo spaccio parlano di sim segrete da utilizzare solo per fare ricerche su internet. Una conversazione messa in evidenza in neretto non solo dagli inquirenti ma anche dal gip che ha emesso l’ordinanza. Un presunto complice, Leonardo Potenza, gli suggerisce di dare le sim soltanto a cinque o sei persone. «Sì, ma non chiamerò mai. Sai qual è il problema? Questa qua la uso, riguarda l’omicidio. Chiudi il telefono, ascolta me, chiudi il telefono e i cazzi. (Incomprensibile). Devi guardare l’omicidio Longone e chiudi. Strage di Erba e chiudi. Non lo devi usare mai per chiamare e mandare whatsapp, hai capito cosa voglio fare io con questa, hai capito cosa devi fare? Il fatto di Raimondo», facendo riferimento - scrivono gli ufficiali che hanno fatto queste intercettazioni - a tale Como Edmond, albanese assolto dall’inchiesta Crimine Infinito sulla ’ndrangheta e recentemente condannato per l’omicidio di Metaj Beesnik, suo connazionale ammazzato con tre colpi di pistola a Longone, vicino Erba, per cui era stato arrestato una settimana prima di questa intercettazione.
Ma perché nel 2020 dei trafficanti di droga del Comasco utilizzavano sim dedicate alle ricerche online per la Strage di Erba? E perché la strage di Erba è stata messa in correlazione con l’omicidio per cui è accusato Edmond Como, legato allo spaccio di droga? Oggi la vicenda è oggetto di revisione alla Corte d’Appello di Brescia, allora era lontano dai radar di media e opinione pubblica. Non si parlava di richieste di revisione, il caso era chiuso definitivamente da nove anni con la condanna definitiva. «Io di questa indagine ne ho appreso, ho avuto notizia dalle dai giornali, ma non conoscevo questa intercettazione, quella che mi è stata letta» spiega Schembri nel podcast. La vicenda si lega al racconto del testimone Abdi Kais, che la difesa di Olindo e Rosa ha chiamato come testimone al processo di revisione a Brescia e che ipotizza il movente della droga per la strage. Il tunisino, residente nell’appartamento della strage e condannato con Azouz Marzouk per spaccio, sostiene che all’epoca c’era una faida con i marocchini di Merone, che avevano tentato un assalto al loro covo, poi sventato. Da allora, stando a quanto lui ricorda, i proventi della droga vennero custoditi proprio nell’appartamento della Corte di via Diaz, luogo della mattanza di Erba.
Tra le organizzazioni criminali che fornivano la droga vi erano gli albanesi e la ‘ndrangheta, sgominata a Erba dalla Procura di Milano nel 2010. Al vertice di questa locale vi era Pasquale Varca, capace (come confermerà il pentito Francesco Oliverio) di trattare con gli stranieri 300 kg di droga alla settimana. E se il movente della strage fosse veramente la droga? Possibile che la ’ndrangheta non ne sia mai venuta a conoscenza? «Questo potrebbe avvalorare quanto noi abbiamo già indicato nella richiesta di revisione - dice ancora Schembri agli autori del podcast - ipotizzando che la Strage di Erba sia maturata tra le faide raccontate da Kais a causa dello spaccio che aveva come base Piazza del mercato a Erba, di fronte all’abitazione della strage in via Diaz». Non basta. L’avvocato Schembri nel podcast ricorda anche le minacce telefoniche ricevute dalla Castagna, inseguita da una macchina di grossa cilindrata.
Perché gli inquirenti ritengono interessante da un punto di vista investigativo questa intercettazione? «Allo stato naturalmente questo non lo sappiamo - è la replica del legale di Olindo e Rosa - Su questo possono soltanto riferire gli inquirenti. Sarebbe un aspetto da approfondire, perché si inserisce nel contesto già indicato nella richiesta di revisione».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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