Strage di Fidene, Campiti condannato all'ergastolo: uccise 4 donne in una riunione di condominio

L'11 dicembre 2011, l'uomo ha sottratto una Glock dal poligono di Ponte Milvio e ha sparato uccidendo quattro donne e ferendo altri condomini

Strage di Fidene, Campiti condannato all'ergastolo: uccise 4 donne in una riunione di condominio
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Il tribunale di Roma ha condannato all'ergastolo in primo grado Claudio Campiti, autore della strage di Fidene dell'11 dicembre del 2022 in cui persero la vita 4 donne, Nicoletta Golisano, Sabina Sperandio, Elisabetta Silenzi e Fabiana De Angelis, che stavano partecipando a una riunione di condominio del consorzio Valleverde nel gazebo di via Monte Giberto a Fidene. La Corte d'Assise è arrivata alla decisione dopo oltre 7 ore di camera di consiglio a seguito dell'udienza nell'aula bunker di Rebibbia. Come pena accessoria per l'imputato è stato disposto anche l'isolamento diurno per tre anni.

Campiti è accusato di omicidio aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi, di tentato omicidio di altre cinque persone sedute al tavolo del consiglio di amministrazione del consorzio. Su di lui pende anche l'accusa di lesioni personali derivate dal trauma psicologico subito dai sopravvissuti. Bruno Ardovini, ex presidente della Sezione Tiro a Segno Nazionale di Roma, è stato invece condannato a tre mesi di reclusione con pena sospesa per omessa custodia dell'arma, mentre Giovanni Maturo, l'addetto all'armeria del Poligono di Tor di Quinto dove Campiti noleggiò la pistola, è stato assolto. Per Ardovini è stato anche disposto l'invio degli atti in procura per valutare l'accusa di omicidio come conseguenza di altro reato. È stata esclusa la responsabilità civile dei ministeri dell'Interno e della Difesa e l'Unione italiana tiro a segno in riferimento alla custodia dell'arma utilizzata dal killer.

Per compiere la carneficina, Campiti sottrasse l'arma dal poligono di ponte Milvio, una Glock, con l'intento di sparare ai condomini della residenza con la quale era in atto un contenzioso. Campiti negli anni aveva presentato degli esposti in procura, alcuni dei quali senza senso, perché a suo dire erano state fatte delle ingiustizie nei suoi confronti in relazione agli allacci di acqua e fognari.

Quel giorno, era una domenica, si presentò con l'arma durante una riunione e al grido di "Vi ammazzo tutti" iniziò a sparare a caso sui presenti, colpendo a morte le quattro donne e ferendo altre persone che si trovavano in quel momento sotto il gazebo del bar.

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