Stuprato a 17 anni dai compagni di cella. Tra gli aguzzini anche un trapper

Il 17enne è stato seviziato per due ore. Tra gli aguzzini anche "Nesco", un membro della banda dei trapper Simba La Rue e Baby Gang. Sono tutti accusati di violenza sessuale di gruppo, lesioni e tortura

Stuprato a 17 anni dai compagni di cella. Tra gli aguzzini anche un trapper

Violenza sessuale, botte e altre orribili sevizie. È accaduto tra le mura di una cella dell'istituto penitenziario minorile "Cesare Beccaria" di Milano dove un 17enne egiziano, Mohamed (nome di fantasia), ha subito atrocità di ogni genere da tre compagni di stanza. Tra i presunti aguzzini, vi è anche Gnagne Lath - 18 anni, detto Nesco - ritenuto il "gregario violento" della banda dei trapper di Simba La Rue e Baby Gang, al centro di un intricato filone d'indagine che ha coinvolto ben tre procure lombarde. Stando a quanto riporta il quotidiano La Stampa, giovedì mattina, a Nesco è stata notificata un'ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip Guido Salvini. Le accuse sono di violenza sessuale di gruppo, lesioni e tortura.

Le sevizie in cella

Mohamed è entrato al "Cesare Beccaria" lo scorso maggio, dopo che era stato beccato in flagrante mentre palpeggiava una ragazza sulla banchina della fermata "Duomo" sulla linea gialla della metropolitana. Per una "difficoltà di adattamento all'ambiente carcerario e di inserimento tra gli altri ragazzi - scrive il giornalista de La Stampa Andrea Siravo - era stato collocato all'interno dell'infermeria". Poi, successivamente, il 17enne è stato trasferito nella cella numero 306, insieme ad altri coetani. Nesco e gli altri avrebbero preteso di sapere dal ragazzo il motivo per cui si trovasse in carcere. Quando Mohamed ha confidato loro del reato a sfondo sessuale, il gruppo avrebbe organizzato la "rappresaglia punitiva".

Il racconto del 17enne

Il piano sarebbe stato messo a punto la sera successiva al racconto. "Dopo che mi sono addormentato sono arrivati e hanno fatto così perché se fossi stato sveglio avrei potuto chiamare e chiedere aiuto", ha spiegato Mohamed dapprima agli operatori del carcere e poi agli inquirenti. Stando al racconto del 17enne, due dei presunti aguzzini lo avrebbero legato per i polsi, utilizzando le stringhe delle scarpe, alla finestra del bagno; il terzo avrebbe fatto da palo. Quindi, sarebbero cominciate le sevizie: "atti sessuali brutali", come le ha definite il gip nell'ordinanza, a cui sarebbero seguite "violenze fisiche gravissime e umiliazioni di ogni tipo" come botte, morsi e bruciature di sigarette.

L'ordinanza del gip

Le violenze sarebbero cessate dopo 2 ore; gli aguzzini si sarebbero fermati solo dopo aver visto il sangue sul corpo della vittima. "A questo punto hanno cambiato atteggiamento - ha spiegato il 17enne -. Nesco mi ha chiesto scusa per quello che mi avevano fatto e per farsi perdonare mi ha detto di tirare uno schiaffo a ognuno di loro così da essere pari". Ma per il giudice, le scuse denoterebbero solo "una mancanza di qualsiasi percezione del disvalore" delle azioni commesse.

Inoltre, Nesco "ha dimostrato una elevata crudeltà nell'usare violenza e nel procurare atroci sofferenze con una determinazione e per un lasso di tempo tali da comportare anche la contestazione del reato di tortura".

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