Addio a Elliott Erwitt, il maestro della fotografia è morto nella sua casa di Manhattan

Il fotografo è deceduto all'età di 95 anni mentre stava dormendo. La vita e la fama di uno degli autori più noti

Marylin Monroe di Elliot Erwitt
Marylin Monroe di Elliot Erwitt
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È scomparso all'età di 95 anni il grande maestro della fotografia Elliott Erwitt. Conosciuto in tutto il mondo, l'artista è deceduto mercoledì 29 novembre all'interno della propria abitazione di di Manhattan (New York).

La vita

Nato a Parigi il 26 luglio 1928 da genitori ebrei di origine russa, Elio Romano Erwitz visse per diverso tempo anche in Italia, per la precisione fino al 1938, quando emigrò con la famiglia negli Stati Uniti per sfuggire alle leggi razziali fasciste.

In America si appassionò sempre di più alla fotografia, studiando la disciplina al Los Angeles City College dal 1942 al 1944. Successivamente studiò anche cinema alla New School for Social Research dal 1948 al 1950. La fotografia documentaristica, in bianco e nero, spesso incentrata su soggetti stravaganti e ironici, resterà sempre la sua più grande passione, e il suo simbolo riconoscitivo. Erwitt prese come spunto il maestro degli "attimi decisivi" Henri Cartier-Bresson.

Dal 1953 divenne un membro effettivo della Magnum Photos. Famosi i ritratti da lui realizzati che vedono come protagonisti personaggi iconici come Marylin Monroe, Che Guevara e Richard Nixon. Fu assistente di Roy Stryker prima di lavorare come fotografo indipendente per le riviste Collier's, Look, Life e Holiday. Fu grazie alla collaborazione con Magnum Photos, tuttavia, che ottenne maggiore visibilità. Erwitz cercava momenti di vita normale, reinterpretati attraverso il suo occhio di fotografo.

Un maestro della fotografia

Elliott Erwitt è noto in tutto il mondo, tanto che molte delle sue opere vengono conservate in musei come l'Art Institute of Chicago, l'Nga a Washington Dc e il Cleveland Museum of Art. Celebri anche i suoi libri-reportage, come Photographs and anti-photographs, pubblicato nel 1972, Son of a Bitch (1974), Personal exposures (1988), To the dogs (1992) e Between the sexes (1994), e tanti altri.

"Puoi scattare una foto della situazione più meravigliosa ed è senza vita, non emerge nulla", affermava, parlando di fotografia. "Poi puoi scattare una foto del nulla, di qualcuno che si gratta il naso, e risulta essere una foto fantastica".

La morte

La notizia della scomparsa del celebre fotografo è stata riportata dal New York Times. Secondo quanto riferito dal quotidiano statunitense, l'autore è morto nel sonno all'interno della sua abitazione di Manhattan.

"I fotografi con una visione comica della vita raramente ottengono il plauso concesso agli esaltatori della natura o ai cronisti della guerra e dello squallore. Elliott Erwitt è stato un'eccezione", scrive ol Nyt.

"Il suo occhio acuto per le congiunzioni sciocche, a volte eloquenti - un cane sdraiato sulla schiena in un cimitero, un distributore di Coca-Cola incandescente in Alabama durante una parata di missili, una pianta in vaso rognosa in una pacchiana sala da ballo di Miami Beach - gli ha fatto guadagnare incarichi costanti e l'affetto di un pubblico che condivideva il suo dolce, chapliniano senso dell'assurdo".

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