In Iran è stato arrestato uno dei presunti "leader" delle proteste in corso nel Paese da oltre 4 mesi. Le autorità iraniane lo hanno accusato di avere rapporti con le intelligence di Stati Uniti e Gran Bretagna. A Teheran la situazione è sempre tesissima. Poche ore prima, le forze di sicurezza del Paese avevano arrestato un cittadini tedesco a Omidieh, nella provincia sudovest di Khuzestan, mentre scattava foto agli impianti petroliferi della città.
Il "leader" sotto copertura
La notizia è ancora avvolta nella nebbia. Dalle prime indiscrezioni emerse, secondo quanto riportato dall'agenzia Irna l'Iran avrebbe messo in manette un non meglio specificato leader delle manifestazioni anti governative.
"Ha stabilito legami con la Tv dissidente in lingua persiana 'Iran International', attraverso i servizi di intelligence di Usa e Gran Bretagna, e forniva alla stazione televisiva con sede a Londra notizie sulle rivolte", ha spiegato il procuratore di Teheran, Ali Salehi.
L'arrestato, di cui non è stato rivelato il nome, sarebbe inoltre il genero di uno dei "leader anti rivoluzionari" che vive all'estero, e avrebbe agito sotto copertura utilizzando il nome "Gioventù dei distretti dell'Iran" per convocare manifestazioni in varie città durante le proteste.
Il pugno duro dell'Iran
Nelle sue prime confessioni, l'arrestato – del quale, come detto, non conosciamo l'identità - avrebbe detto che aveva il compito di pagare dei "criminali" per creare disordini e che avrebbe ricevuto fondi da parte di Usa e Gran Bretagna. Salehi ha quindi concluso affermando che anche "altri membri del gruppo sono stati arrestati in varie province".
Altri arresti sono in corso in tutto l'Iran, con Teheran che accusa i Paesi occidentali di minare la sicurezza nazionale. A Omidieh, ad esempio, un cittadino tedesco è stato arrestato mentre immortalava non meglio specificati impianti petroliferi della città. Secondo la magistratura, negli ultimi mesi sono stati arrestati 40 stranieri per il loro presunto ruolo nelle proteste in corso.
Altri due cittadini iraniano-tedeschi stanno attualmente scontando pene detentive in Iran, tra cui Nahid Taghavi, arrestato nell'ottobre 2020 con l'accusa di appartenere a un "gruppo fuorilegge". Un altro cittadino iraniano-tedesco, Jamshid Sharmahd, arrestato nello stesso anno, rischia l'esecuzione con l'accusa di "corruzione sulla terra" per il presunto ruolo nell'attacco del 2008 da parte dei separatisti nella città di Ahvaz, popolata da arabi.
Proteste, arresti e tensioni
Il gruppo per i diritti Hengaw, intanto, riferisce di violazioni dei diritti umani nelle regioni curde dell'Iran. Almeno 96 curdi, tra cui 13 minori e cinque donne, sarebbero stati arrestati dalle autorità nella prima metà del 2023, come parte della sua repressione delle proteste di mesi scatenate dalla morte in custodia di Mahsa Amini.
"Un manifestante, Javad Rouhi, ha ricevuto tre condanne a morte per tre accuse diverse, tra cui blasfemia perché avrebbe bruciato il Corano e insultato la santità durante proteste che si sono tenute nella città settentrionale di Noshahr a fine settembre", poco dopo l'inizio delle dimostrazioni anti governative tuttora in corso in varie città del Paese. Lo ha raccontato su Twitter l'avvocato di Rouhi, Majid Kahve, aggiungendo che gli altri reati per cui è stato condannato a morte sono corruzione sulla terra per crimini contro la sicurezza e 'moharebeh' (inimicizia contro Dio) per avere appiccato il fuoco ad edifici pubblici.
Centinaia di lavoratori impiegati nell'industria del petrolio e del gas, intanto, hanno manifestato in varie città dell'Iran chiedendo un aumento del salario.
Lo ha reso noto Bbc Persian che parla di manifestazioni negli stabilimenti di varie città, tra cui Ilam, Shiraz, Asaluyeh, Qeshm, Bushehr, Ahvaz, Siri e Aghajari. La situazione in tutto l'Iran è insomma sempre più delicata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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