Dopo lo choc del crollo che ha colpito uno dei porti più importanti degli Stati Uniti, molti si chiedono se l’incidente che ha condannato il Francis Scott Key Bridge avrebbe potuto essere evitato. Anche se le indagini sono in corso, molti esperti sono convinti che se i rimorchiatori fossero rimasti più a lungo a fianco della Dali, l’incidente non sarebbe successo. Il disastro che ha coinvolto l’enorme portacontainer nella mattina di martedì scorso potrebbe avere conseguenze importanti sulla legislazione in vigore e rendere ancora più costoso spedire merci via mare.
Ogni porto fa storia a parte
Nei momenti frenetici successivi al blackout che ha reso l’enorme nave ingovernabile, il timoniere ha avuto pochi minuti per evitare che il vascello impattasse contro il pilone del ponte. Oltre a gettare l’ancora, ha immediatamente chiamato i due rimorchiatori che, fino a pochi minuti prima, avevano guidato la nave fuori dal suo ancoraggio. Purtroppo, però, era ormai troppo tardi. Non ci sono risposte definitive ma alcuni esperti del settore interpellati dall’Associated Press si sono detti sicuri che i rimorchiatori si sarebbero accorti per tempo che la nave non stava seguendo la rotta ideale. All’interno del porto di Baltimora e molti altri attracchi statunitensi, i proprietari delle navi non sono obbligati ad assoldare i rimorchiatori fino a quando le loro navi sono in mare aperto.
Joseph Ahlstrom, pilota del porto di New York, non ha dubbi: “Se fosse stato presente più a lungo, un rimorchiatore avrebbe potuto evitare che la nave impattasse col ponte. Andare per mare è una faccenda pericolosa, bisogna fare il possibile per ridurre al minimo i rischi”. Il problema è che ogni porto fa storia a parte, scatenando una corsa al ribasso tra i vari attracchi: considerato che l’assistenza extra può costare migliaia di dollari, molti armatori preferiscono porti meno restrittivi. Nel caso di Baltimora, l’aiuto dei rimorchiatori è obbligatorio solo in caso di allerta meteo o problemi di sicurezza sollevati dalla Guardia Costiera. Col senno di poi, una leggerezza che costerà molto cara ai contribuenti dello stato del Maryland.
Una questione di soldi
Nel caso della Dali, l’armatore aveva assoldato due piloti locali e l’assistenza di due rimorchiatori fino a quando la nave non si è trovata nel canale profondo che porta verso la Chesapeake Bay, prima di puntare la prua verso Sri Lanka. Secondo i dati del satellite, la nave ha iniziato poco dopo ad uscire dal canale, finendo per colpire il pilone del ponte. La scatola nera della nave, secondo quanto riportato dal National Transportation Safety Board, mostra come il pilota abbia dichiarato l’emergenza solo quattro minuti prima dell’impatto col ponte. Secondo David Heindel, presidente del principale sindacato dei marinai commerciali, è “strano che non abbiano avuto bisogno di rimorchiatori per traversare il ponte. Specialmente in porti angusti, questa è la normalità”.
L’autorità portuale del Maryland e la Guardia Costiera sembrano ribadire che quella seguita è la procedura normale per navi del genere. L’armatore di Singapore, Synergy, non ha rilevato niente di strano nella procedura ma l’assistenza dei due potenti rimorchiatori avrebbe potuto fare tutta la differenza del mondo. L’incidente del 1989 della Exxon Valdez in Alaska ed il conseguente disastro ecologico ha reso obbligatorio l’uso di rimorchiatori nel caso delle petroliere ma, almeno finora, misure del genere non sono state previste per salvaguardare le infrastrutture locali. Considerato i margini estremamente ridotti nel trasporto merci via mare, le navi avrebbero semplicemente attraccato altrove.
Il rischio inflazione
Gli operatori dei rimorchiatori sono convinti che il grave incidente spingerà le autorità a rendere obbligatoria l’assistenza fino a quando le navi non si trovano in mare aperto ma la questione della sicurezza è ben più complessa. I rimorchiatori sono pochi ed usarli più a lungo potrebbe rendere i porti ancora più trafficati. Jennifer Carpenter, presidente di un’associazione di categoria sembra rassegnata: “L’ultima cosa che vogliamo è avere due rimorchiatori presenti per ogni nave. Alcuni porti hanno provato a farlo ma gli armatori sono sotto pressione da parte dei clienti”.
Nel 2004 il Congresso della California provò ad imporre l’obbligo ma l’allora governatore Arnold Schwarzenegger mise il veto. Fare uscire una nave dal porto di Baltimora costa circa 15.000 dollari ma, in caso di assistenza extra, il costo può salire parecchio.
Alla fine, ogni dollaro in più si traduce in minore guadagno o costo che viene scaricato sui clienti, una prospettiva che fa rabbrividire un settore in crisi come il trasporto merci. A pagarne le conseguenze saranno in un modo o nell’altro i consumatori, cosa che aggraverebbe ulteriormente l’inflazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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