Chat erotiche e foto porno gay: così il misterioso "Charlie" ricatta Westminster

Coinvolte dodici persone tra deputati, giornalisti e assistenti parlamentari. Il conservatore Wragg: “Caduto in una trappola al miele”

Chat erotiche e foto porno gay: così il misterioso "Charlie" ricatta Westminster
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A Westminster non si parla d’altro. Il riferimento è allo scandalo sessuale che ha coinvolto almeno dodici tra deputati, giornalisti e assistenti parlamentari, bersaglio di messaggi a sfondo sessuale da parte di misteriosi interlocutori. I messaggi arrivavano sempre dagli stessi due numeri, con un contenuto molto simile: tal “Charlie” (o “Abi”, a seconda dell’interlocutore, se gay o etero) ammaliava il politico o funzionario di turno fino ad arrivare allo scambio di immagini erotiche e porno. Secondo quanto riportato dalla stampa britannica, due deputati avrebbero ceduto alla tentazione.

Come riportato da Politico, anche un ministro del governo di Rishi Sunak avrebbe ricevuto messaggi dal misterioso interlocutore. Tra i volti noti, coinvolti anche un navigato parlamentare laburista, quattro membri dello staff del partito e un giornalista politico. Tutti hanno richiesto l’anonimato, ad eccezione del deputato conservatore William Wragg. Il 36enne, gay dichiarato, ha ammesso le proprie colpe. Ha raccontato di aver conosciuto un ragazzo su Grindr – app in voga nella comunità omosessuale e trans – e di avergli inviato foto e video espliciti senza tenere conto dei rischi.

Ma non è tutto. Wragg ha raccontato che il presunto “Charlie” avrebbe iniziato a chiedere numeri di telefono di deputati e giornalisti parlamentari a Westminster. Dopo aver condiviso il materiale hot, il conservatore si sarebbe sentito costretto a inviargli i contatti richiesti, conscio di essere caduto in quella che ha definito una “trappola al miele”. Ma c’è un altro dettaglio che preoccupa Westminster. Il misterioso interlocutore sembrava conoscere molto bene le sue potenziali vittime, a partire dai dettagli della vita privata.

Le autorità sono al lavoro sulla vicenda e sono attesi aggiornamenti nelle prossime settimane. Non è esclusa l’ipotesi di un attacco da parte di uno “Stato nemico”, ma l’ammissione di Wragg sembra ridimensionare la pista del complotto. In una dichiarazione, un portavoce parlamentare del Regno Unito ha dichiarato:“Il Parlamento prende estremamente sul serio la sicurezza informatica.

Forniamo ai membri e al personale consulenza personalizzata, rendendoli consapevoli dei rischi informatici e di come gestire la propria sicurezza digitale, anche su dispositivi e account personali. Incoraggiamo tutti i titolari di pass che abbiano dubbi a contattare il Dipartimento di Sicurezza Parlamentare". Seguiranno aggiornamenti.

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