I punti chiave
Il gruppo Wagner? Non esiste. Almeno dal punto di vista giuridico e legale. Le parole di Vladimir Putin sono risuonate forti e chiare nelle cancellerie europee, ancora in attesa di capire che cosa accadrà in Russia con le compagnie di mercenari dopo la rivolta capitanata da Yevgeny Prigozhin. Ebbene, da Mosca è arrivato un primo segnale di quale potrebbe essere lo scenario futuro. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha fatto sapere che la Russia starebbe pensando di conferire uno status legale alle suddette organizzazioni di combattenti, al momento ancora tecnicamente vietate nel Paese.
La mossa del Cremlino
Parlando con la stampa, Peskov ha affermato che "si sta prendendo in considerazione la questione dello status giuridico delle società militari private" compresa la Wagner. "La questione è piuttosto complessa e deve essere studiata", ha dichiarato Peskov, citato da Ria Novosti. "Il presidente ha affermato ieri che de jure non esiste un'entità legale come la Wagner e non è mai esistita, aggiungendo che la questione richiede ulteriori analisi e considerazioni", ha aggiunto l’alto funzionario russo.
Con un colpo di coda, Putin potrebbe dunque sfruttare la ribellione fallita di Prigozhin per creare una legge ad hoc con la quale regolamentare qualsiasi gruppo di combattenti mercenari. In caso di fumata bianca, il Cremlino andrebbe a controllare, più o meno direttamente, la Wagner e i suoi eventuali fratelli, così da scongiurare il ripetersi di ipotetiche rivolte o ribellioni.
Il rebus Wagner
Ricordiamo che il gruppo Wagner ha condotto le battaglie più feroci da quando è scoppiata la guerra ucraina, e lo ha fatto supportando le forze russe. Ciò nonostante, il suo destino e quello del suo leader è avvolto in una fitta nebbia.
In un primo momento, alla fine di giugno, Putin aveva dichiarato di voler reprimere l'ammutinamento di Prigozhin, paragonandolo addirittura ai disordini in tempo di guerra che inaugurarono le rivoluzioni del 1917. In seguito, in maniera ancora da chiarire – forse con l’intermediazione di Aleksander Lukashenko – è emerso un accordo per consentire allo stesso Prigozhin e ad alcuni dei suoi combattenti di andare in Bielorussia.
Il Cremlino ha quindi fatto sapere che Putin ha tenuto colloqui con i comandanti della Wagner e Prigozhin, in una riunione risalente allo scorso 29 giugno. I mercenari avrebbero ribadito la loro fedeltà a Putin. Il quotidiano Kommersant ha tuttavia riportato alcune dichiarazioni del leader russo.
Il rifiuto di Prigozhin
Putin avrebbe offerto un'alternativa ai combattenti della Wagner: quella di "radunarsi tutti assieme in un luogo e continuare a prestare servizio" sotto l'autorità di un comandante soprannominato "Sedoy" secondo il quotidiano.
"Per loro non sarebbe cambiato nulla, sarebbero stati guidati dalla stessa persona che ne fu sempre l'effettivo comandante", avrebbe detto Putin.
Tuttavia, anche se alcuni avrebbero manifestato consenso a questa ipotesi, sarebbe stato Prigozhin a bloccarla.Tali osservazioni non compaiono in una trascrizione ufficiale del Cremlino, mentre Prigozhin non ha rilasciato, in seguito, ulteriori commenti.
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