Fumata nera tra Vladimir Putin e Yevgeny Prigozhin. Il presidente russo ha spiegato in un’intervista di aver fatto una proposta al capo del gruppo Wagner e ad alcuni combattenti che rispondono ai suoi ordini, durante l’ultimo loro incontro. Il capo del Cremlino avrebbe chiesto agli uomini dell’organizzazione di mercenari di continuare a combattere, riscuotendo fra molti di loro un certo interesse. Prigozhin avrebbe tuttavia rifiutato la proposta a nome collettivo.
Il rifiuto di Prigozhin
I contorni di questa vicenda sono contenuti in un’intervista rilasciata da Putin a Kommersant, e devono dunque essere presi con le pinze. Da quanto emerso, Putin avrebbe proposto ai combattenti della Wagner continuare a combattere agli ordini del loro attuale comandante, identificato come Andrei "Sedoy" Trochev.
A quanto pare, avrebbero continuato a prestare servizio insieme e nulla sarebbe cambiato rispetto al passato. Sarebbero stati guidati dalla stessa persona che era stata il loro comandante per tutto quel tempo. "Molti di loro hanno annuito quando ho detto queste cose", ha scritto il quotidiano russo citando il capo del Cremlino. Ma Prigozhin avrebbe respinto l’offerta. "No, i ragazzi non saranno d'accordo con una tale decisione", avrebbe detto il capo del gruppo.
L’offerta di Putin
Dal canto suo, Putin ha spiegato di aver presentato "diverse opzioni di lavoro" a 35 combattenti della Wagner e al fondatore del gruppo, Prigozhin, alla fine del mese scorso, cinque giorni dopo il fallito ammutinamento dell'organizzazione contro l'esercito russo.
Secondo quanto riferito, come detto, i mercenari avrebbero continuato a combattere in Ucraina sotto il comando di un leader noto con il nome in codice di "capelli grigi", che era stato il loro comandante negli "ultimi 16 mesi". Si sarebbe trattato del citato Trochev, un colonnello in pensione definito il "direttore esecutivo" dell'organizzazione.
Il destino del gruppo Wagner
Il gruppo Wagner ha licenziato Trochev il 30 giugno, un giorno dopo l'incontro con Putin. Non è chiaro se il suo allontanamento sia correlato alla presunta offerta di Putin.
Certo è che il presidente russo ha affermato nella stessa intervista che non c'era alcuna possibilità che il gruppo Wagner potesse continuare nelle sue attività dopo il tentativo di ribellione, pur sostenendo che l'organizzazione non esisteva già in senso legale. "Wagner non esiste. Non esiste una legge sulle organizzazioni militari private. Semplicemente non esiste", ha dichiarato il capo del Cremlino.
Nel frattempo, il ministero della Difesa russo ha fatto sapere che i combattenti Wagner stavano consegnando volontariamente le loro armi e attrezzature all'esercito russo.
Secondo quanto riportato dall’Associated Press, oltre 20.000 armi da fuoco e 2.000 unità di equipaggiamento, inclusi carri armati, lanciarazzi, artiglieria e sistemi di difesa aerea, sarebbero state consegnate alle forze russe nell’arco degli ultimi sette giorni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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