Anticipato dalla sua visita lampo a Kiev, il discorso tenuto da Joe Biden dai giardini del Castello di Varsavia, a poche ore da quello di Vladimir Putin, ha un peso notevole per la sua iconografia. Questo pomeriggio, poco dopo le 17.30 ora italiana, il presidente degli Stati Uniti ha rivolto il suo appello all'Occidente, preceduto dal suo omologo polacco Andrej Duda, proprio dalla città che al termine della Seconda guerra mondiale, dopo tre ondate di bombardamenti nazisti, venne ridotta in cenere. "Un'affermazione di valori", piuttosto che una replica al discorso di Putin, come aveva anticipato il suo consigliere per la Sicurezza nazionale, Jake Sullivan. Una piazza gremita di migliaia di polacchi ove, in attesa del presidente americano, sono risuonate le note di Bruce Springsteen e molti dei presenti hanno sventolato bandiere americane.
"Hello Poland, our great ally!", così Biden ha salutato la folla ringraziando per l'invito, il secondo in meno di un anno. Il discorso va subito alle scelte di un anno fa, un test per Nato, per gli Stati Uniti e per la democrazia. "Un anno fa potevamo girare la testa dall'altra parte o rispondere, retsare uniti o dividerci, essere forti o deboli". E invece Kiev "stand strong and proud", rimarca il presidente. Così come il riferimento va subito all'unità della Nato, citando i Paesi in corso di adesione, Svezia e Finlandia.
Un chiaro messaggio a Putin e a Erdogan. "Un anno fa il mondo temeva la caduta di Kiev, ma Kiev resiste con forza e soprattutto continua a essere libera". La promessa è immediata: "Abbiamo difeso la democrazia, il diritto delle persone di vivere liberi, continueremo a difendere questi valori a qualunque costo". Il riferimento va anche alla Moldavia e alla presidente Maia Sandu, tanto per ribadire da che lato intendere il fianco est dell'Europa. "La Nato resterà unita, il nostro sostegno all'Ucraina continuerà", è questa la premessa nonchè la promessa iniziale del presidente Usa.
L'affondo contro chi non ha condannato Mosca
Dopo una lunga apertura Biden va a 12 mesi fa, puntando il dito contro le quattro nazioni che scelsero di stare con la Russia dinanzi al verdetto delle Nazioni Unite. "Un dittatore vuole ricostruire un impero ma non sarà mai in grado di farlo. L'Ucraina non sarà mai una vittoria per la Russia". Il riferimento a Putin è chiaro e Biden non teme di citarlo, per ben quattro volte fino a questo momento. Sono tre i "No" scanditi con fare da istrione: nessuno prenderà il suo Paese, nè la libertà nè il futuro di nessuno. "Gli autocrati capiscono solo una parola: no, no, no": usa la parola "autocrate", non un caso, forse.
A questo però segue la grande rassicurazione indirizzata a Mosca: l'Occidente non sta pianificando di attaccare la Russia, come sostiene Putin; per Biden se il presidente Putin ha scelto la guerra, potrebbe interromperla subito, fermando l'invasione dell'Ucraina. Ma se l'Ucraina cedesse sarebbe la fine di quel Paese. Questa la semplice visione della Casa Bianca. "Gli Usa non stanno cercando di distruggere la Russia, l'Occidente non vuole attaccare la Russia. La guerra è una tragedia e continua per scelta di Putin", afferma seccamente il capo della Casa Bianca. Il riferimento va al discorso di Putin di oggi, il primo momento nel quale Biden fa cenno a quanto accaduto a Mosca questa mattina e alle parole dell'avversario.
Da questo punto in poi, segue il lungo atto d'accusa a Putin. Il riferimento va subito alla crisi alimentare, corollario del conflitto. "Putin ha cercato di far morire di fame il mondo bloccando i porti del Mar Nero per impedire all'Ucraina di esportare il grano". È poi la volta dei crimini di guerra: "I russi hanno usato lo stupro come arma di guerra e rapito bambini ucraini", accusa il presidente, definendo tutto ciò "ripugnante". Ma Biden sfodera anche la sua velata minaccia, ricordando all'omologo russo che l'Alleanza Atlantica è sacra: attaccare uno dei membri equivale ad attaccare tutti.
Ed è proprio assieme agli alleati che annuncia un nuovo piano di sanzioni. Dopo le "benedizioni" di rito, Biden lascia il palco per salutare ospiti e folla: qualcuno si aspettava un discorso più incisivo, più "da ricordare", oltre che più lungo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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