Elezioni in Russia nel segno dei brogli: "Sostegno assoluto a Putin"

Il partito del presidente domina incontrastato in quasi tutte le regioni. A Mosca rieletto Sobyanin. Consultazioni organizzate anche nei territori occupati dell'Ucraina. La Ue: "Elezioni farsa"

Il presidente russo Vladimir Putin con il sindaco di Mosca Sergej Sobyanin.
Il presidente russo Vladimir Putin con il sindaco di Mosca Sergej Sobyanin.
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In una democrazia normale lo definirebbero un plebiscito. Poiché la Russia, dove ieri si sono concluse le elezioni amministrative in 21 regioni e numerosi consigli locali (tra cui Mosca), non è una vera democrazia il risultato plebiscitario prodotto dall'ultima consultazione prima delle presidenziali del 2024 è esattamente lo scenario programmato da Vladimir Putin. Russia Unita, il partito del presidente russo, ha eletto finora 18 governatori. L'opposizione, o almeno quella controllata a cui è permesso candidarsi per mostrare una parvenza di tolleranza, è riuscita ad aggiudicarsi solo la Khakassia e Oryol, rimaste in mano al Partito comunista.

I risultati in Russia

A Mosca Sergej Sobyanin inizierà il suo quarto mandato dopo aver ricevuto, secondo i numeri ufficiali, il 74% delle preferenze. Il sindaco della capitale aveva lanciato una campagna elettorale legata a doppio filo alla leadership di Putin, in contrasto rispetto alle elezioni del 2018 quando invece si candidò da indipendente in un periodo di crisi profonda per Russia Unita. Sobyanin è un fedelissimo del Cremlino e la sua vittoria è vista come un segnale di fiducia da parte di Putin.

L'affluenza nel Paese si è fermata al 43,5%, un altro dato che conferma lo stato cronico di apatia percepito da un elettorato che Vladimir Putin continuerà ad avere in pugno, almeno potenzialmente, fino al 2036 dopo la riforma costituzionale del 2020. Con la guerra in Ucraina ancora in corso e l'incarcerazione dei principali oppositori del governo russo, lo spazio per il dissenso era e resta praticamente inesistente. Le operazioni di voto, criticate per gli evidenti brogli soprattutto elettronici, sono state contestate sia dai pochi dissidenti rimasti in Russia sia dalle organizzazioni internazionali. Stanislav Andreychuk dell'Ong Golos (La voce), designata come agente straniero e il cui leader è stato arrestato un mese fa, ha spiegato all'agenzia Reuters che dalle numerose denunce giunte dai seggi si evince come queste non siano delle vere elezioni.

Le reazioni internazionali

L'Unione europea invece è intervenuta con una nota, firmata a nome di tutti gli Stati membri dall'Alto rappresentante per la politica estera Josep Borrell, sulla legittimità del voto organizzato nei territori dell'Ucraina occupata dai militari di Mosca dove si sono registrate percentuali bulgare. "L'8-10 settembre sono state organizzate elezioni regionali e locali in Russia e illegalmente anche nei territori dell'Ucraina temporaneamente occupati dalla Russia. L'Unione europea condanna fermamente lo svolgimento di queste illegittime elezioni nella Repubblica autonoma di Crimea e nella città di Sebastopoli e in alcune parti delle regioni ucraine di Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson", ha detto il diplomatico spagnolo.

Dichiarazioni egualmente severe quelle del Consiglio d'Europa, dal quale la Federazione russa è stata esclusa nel 2022: "Condanniamo fermamente le illegittime 'elezioni' farsa che hanno avuto luogo l'8-10 settembre 2023 nei territori dell'Ucraina temporaneamente occupati dalla Federazione russa. Tenute in flagrante violazione del diritto internazionale, rappresentano un'ulteriore dimostrazione della negazione da parte della Federazione russa dei valori della democrazia, dei diritti umani e dello Stato di diritto sostenuti dal Consiglio d'Europa. La decisione delle autorità russe di organizzarli è solo l'ultima di una serie di decisioni illegali e dannose prese da quando la Federazione russa è stata espulsa dalla nostra Organizzazione a seguito della sua guerra di aggressione contro l'Ucraina".

Il Cremlino, intanto, gongola e rilancia: "Il presidente russo Vladimir Putin non ha ancora annunciato l'intenzione di correre alle prossime elezioni ma nessuno può competere con lui.

Le ultime elezioni amministrative in Russia hanno dimostrato l'assoluto sostegno dell'opinione pubblica", ha detto il portavoce del presidente Dmitry Peskov, lo stesso che in un articolo del New York Times pubblicato il 6 agosto scorso aveva ammesso che "le elezioni in Russia non sono veramente democratiche".

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