Focolai in Europa e Asia: la strategia di Kim e Putin per strangolare gli Usa

Kim Jong Un e Vladimir Putin si sono incontrati a Pyongyang per rafforzare la loro partnership e "combattere decenni di politiche imperialiste imposte dagli Usa". Cosa rischia Washington

Focolai in Europa e Asia: la strategia di Kim e Putin per strangolare gli Usa
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Vladimir Putin e Kim Jong Un uniti contro gli Stati Uniti. Uno in sella alla Russia, impegnata in Europa, in Ucraina, in una guerra di logoramento che dura ormai da più di due anni. L’altro alla guida della Corea del Nord, nemica giurata di Washington da decenni, nonché ultimo retaggio della guerra fredda mai veramente finita lungo il 38esimo parallelo. I due leader si sono incontrati a Pyongyang per rafforzare la loro partnership e "combattere decenni di politiche imperialiste imposte dagli Usa". La strategia di Putin e Kim sta lentamente prendendo forma: tenere impegnati gli Usa su due fronti, uno europeo e uno asiatico, separati tra loro da una distanza siderale. Una distanza troppo grande, in altre parole, per consentire a Washington di tenere sotto controllo eventuali focolai che dovessero scoppiare, o alimentarsi, simultaneamente in Europa e Asia.

La mossa di Kim e Putin: sfiancare gli Usa

La Russia sta combattendo contro decenni di politiche imperialiste imposte dagli Stati Uniti, ha detto il presidente russo durante i colloqui ampliati con il leader nordcoreano. "Mi riferisco alla nostra lotta contro la politica egemonica imposta da decenni, la politica imperialista degli Stati Uniti e dei suoi Paesi satelliti nei confronti della Federazione Russa", ha affermato Putin, ringraziando Kim per il sostegno fornito a Mosca. Ecco, quindi, il minimo comun denominatore che unisce Mosca e Pyongyang: gli Usa.

E, per combattere Washington, Putin e Kim hanno pensato bene di supportarsi a vicenda così da costringere l’amministrazione Biden ad allargare lo zoom di monitoraggio lungo un raggio d’azione che va dall’Ucraina, dove è ancora in corso il conflitto tra le forze del Cremlino e Kiev, all’Asia orientale, dove si susseguono punti di ebollizione o faglie di tensione pronte ad attivarsi.

Gli Usa sono interessati all’intero panorama citato, visto che hanno fornito ingenti quantità di armamenti a Volodymyr Zelensky per evitare che l’offensiva russa possa travolgere il governo ucraino, ma che sostengono anche i loro partner asiatici, Corea del Sud e Giappone in primis, dalle minacce nucleari e missilistiche di Pyongyang.

I rischi per Washington

C’ è poi un filo rosso che collega Kim a Putin e viceversa. La Corea del Nord potrebbe infatti esser diventata un’importante fornitrice di armamenti per la Russia, gli stessi che Mosca utilizzerebbe in Ucraina (i diretti interessati continuano a smentire la notizia). La Federazione Russa, invece, potrebbe aiutare il Nord a sviluppare ulteriormente il proprio arsenale missilistico mettendole a disposizione assistenza tecnica e know how. Anche questo interessa moltissimo agli Usa, determinati a far sì che la Nord Corea non si rafforzi ulteriormente.

Gli Stati Uniti, dal canto loro, si sono detti "preoccupati" per i legami più stretti tra Russia e Corea del Nord, ha dichiarato la Casa Bianca. "Non siamo preoccupati per il viaggio (di Putin a Pyongyang). Quello che ci preoccupa è l'approfondimento delle relazioni tra questi due Paesi", ha dichiarato ai giornalisti il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale John Kirby.

Kirby ha affermato che la preoccupazione è "non solo per l'impatto che avrà sul popolo ucraino, perché sappiamo che i missili balistici nordcoreani vengono ancora utilizzati per colpire obiettivi ucraini, ma perché potrebbe

esserci una certa reciprocità che potrebbe influenzare la sicurezza nella penisola coreana". In attesa di contromosse, a Washington non resta che monitorare passo dopo passo l’evolversi della situazione.

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