"Stop ad alcune funzionalità": Macron prepara la stretta sui social in caso di rivolte

Il governo francese potrebbe prendere in considerazione la "sospensione di alcune funzionalità" dei social network in caso di nuove rivolte, ma non intende procedere con un "blackout generalizzato"

"Stop ad alcune funzionalità": Macron prepara la stretta sui social in caso di rivolte
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Nel caso in cui dovessero scoppiare nuove rivolte, la Francia potrebbe prendere in considerazione l'ipotesi di sospendere alcune funzionalità dei social network. Allo stesso tempo, il governo francese non intenderebbe procedere con un blackout generalizzato. È questa l'ultima novità da prendere in considerazione, comunicata dal portavoce dell'esecutivo, Olivier Véran, dopo le osservazioni del presidente Emmanuel Macron, che nelle scorse ore non aveva escluso un intervento per limitare i social network.

Social network nel mirino

Le funzionalità che verrebbero prese di mira dalle autorità sono state elencate, in linea generale, dallo stesso Véran, che ha citato le funzioni di geolocalizzazione. "Ad esempio ci sono delle funzioni di geolocalizzazione, su certe piattaforme, che permettono ai giovani di trovarsi in questo o quel posto, mostrando scene, come accendere fuochi", ha dichiarato l'alto funzionario. "Questi sono inviti all'organizzazione dell'odio nello spazio pubblico e lì si ha l'autorità per poter sospendere", ha aggiunto.

Véran era stato invitato a chiarire i commenti di Macron in merito alla possibile stretta francese sui social di fronte a disordini sociali. Al termine del consiglio dei ministri a Parigi, lo stesso Véran ha anche annunciato l'adozione di una circolare ad hoc per consentire ai comuni di ricostruire "senza ritardi" gli edifici pubblici distrutti durante gli scontri degli ultimi giorni

La strategia di Parigi

Anche la premier Elisabeth Borne era stata chiara, illustrando in Senato la strategia delle autorità nazionali contro le violenze urbane. D'ora in avanti ci saranno quattro pilastri: la mobilitazione della polizia, la fermezza della risposta penale, la responsabilità dei social network e il richiamo all'autorità genitoriale. In merito ai social, Macron non aveva usato mezzi termini: "Dobbiamo pensare a come i giovani usano i social network, in famiglia, a scuola, i divieti ci dovrebbero essere e quando le cose ci sfuggono di mano potremmo doverli regolamentare o tagliarli".

I commenti del presidente sono arrivati in concomitanza con l'accusa mossa da alcuni ministri contro i giovani rei di aver utilizzato i social media, come Snapchat e TikTok, per organizzare e incoraggiare rivolte e violenze. I critici hanno affermato che la considerazione di tali misure metterebbe la Francia accanto a Paesi autoritari come Cina, Russia, Iran e Corea del Nord. Olivier Faure, il leader del partito socialista, ha twittato: "Il Paese dei diritti dell'uomo e dei cittadini non può allinearsi con quelle grandi democrazie di Cina, Russia e Iran".

Secondo l'entourage del Capo dello Stato, il capo dell'Eliseo "non ha mai detto di aver intenzione di tagliare le reti nel senso di un blackout generalizzato". Al contrario, si tratterebbe di "poter sospendere puntualmente e temporaneamente i social network", ha aggiunto la fonte. Il ministero dell'Interno francese aveva intanto lanciato l'allarme su una fake news condivisa sui social riguardante presunte "restrizioni temporanee sull'accesso a Internet in alcuni quartieri" chieste dalla polizia nazionale.

"Si tratta di fake news", ha assicurato la polizia nazionale. "Questo documento è un falso, nessuna decisione è stata presa in questo senso", ha scritto il ministero dell'Interno di Parigi in un tweet.

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