“Mancano le prove a lungo termine sugli effetti dei bloccanti sui giovani”. Con queste parole, uno studio realizzato dal servizio sanitario nazionale britannico (National Health Service), nel 2022, aveva espresso un grande scetticismo riguardo alla somministrazione dei farmaci bloccanti della pubertà ai minori di 18 anni, affetti da disforia di genere - malessere percepito da un individuo che non si riconosce nel proprio sesso di nascita. A circa due anni di distanza dalla pubblicazione del documento, il governo di Sua Maestà ha deciso di vietare l’erogazione di tali terapie ai pazienti più giovani e più piccoli. L’esecutivo guidato dal premier conservatore Rishi Sunak ha parlato di “decisione storica” mediante cui si tutela l’interesse del bambino le cui cure per la salute devono essere prese sulla base di dati attendibili.
Il Regno Unito, che è stato uno dei primi Paesi al mondo a propiziare i trattamenti per il cambio di sesso sui minori, sembra che stia tornando suoi suoi passi dato che non è la prima volta si assiste a un cambio di rotta così netto. Nel 2023, il governo aveva annunciato la chiusura del reparto Gender Identity Development Service (GIDS) della clinica pubblica Tavistock and Portman, specializzata nelle terapie ormonali e nella chirurgia di riassegnazione sessuale tra gli adolescenti. La struttura, inaugurata a Londra nel 1989, ha visto il numero dei pazienti passare da 138 nel 2010-11 a 2.383 nel 2020-21 e alcuni ex dipendenti, nel corso degli anni, hanno espresso preoccupazioni sull’eccesso di diagnosi di disforia di genere. Le denunce del personale hanno catturato l’attenzione della Bbc che, tramite un suo servizio, ha reso noto al grande pubblico come il centro GIDS finiva per prescrivere frettolosamente le terapie ormonali ai minorenni senza seguire nei tempi giusti i vari passaggi previsti dal percorso terapeutico-assistenziale. Ciò avveniva, a volte, anche per assecondare i desiderata dei genitori che volevano che la questione per i figli si concludesse quanto prima. La Dottoressa Hilary Cass, a capo della commissione che ha condotto lo studio realizzato nel 2022, ha detto che il Gids della clinica Tavistock and Portman “non aveva raccolto dati consistenti, dimostrando l'impossibilità di tracciare accuratamente gli effetti che questi farmaci hanno sui giovani e sui bambini”.
Di recente, anche in Italia si era assistito a una polemica simile che aveva travolto l’ospedale Careggi di Firenze.
Secondo un team di esperti inviati dal ministero della Salute il 24 e il 25 gennaio, non a tutti i bambini o adolescenti affetti da disforia di genere è stato fatto seguire un percorso di psicoterapia, previsto per legge, prima di giungere all'assunzione del farmaco triptorelina volto a bloccare la crescita di ormoni e a inibire i cambiamenti fisici.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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