Monaci guerrieri, santoni, saggi, semplici pellegrini: qualcuno è già arrivato, molti sono ancora in cammino verso Prayagray, nel Nord dell’India.
Qui alla confluenza di Gange, Yamuna e del mitologico fiume Saraswati si è aperta ieri la Maha Kumbha Mela, la più grande festa religiosa del mondo. Nei 45 giorni delle celebrazioni i fedeli induisti saranno più di 200 milioni, anche se le autorità dello Stato dell’Uttar Pradesh si spingono a prevedere l’arrivo di 400 milioni di persone. Per dare un termine di confronto, l’Hajj, il viaggio dei musulmani alla Mecca, coinvolge circa 3 milioni di credenti ogni anno.
Kumbah Mela è un nome generico che indica il pellegrinaggio rituale indù, ma la festa iniziata ieri, che di solito si ripete ogni 12 anni, segna un singolare allineamento astronomico di Luna, Sole e Giove: per questo si è guadagnata il termine di Maha (grande) ed è la più importante negli ultimi 144 anni.
Ad essere celebrato è il volo di Visnù, la divinità che con tre passi delimitò l’intero universo dove si collocano tutti gli esseri, e che qui lasciò cadere una goccia dell’acqua dell’immortalità. Per questo, fino alla fine di febbraio, i fedeli arriveranno per le abluzioni rituali nel Gange, che vanno ripetute per sei giorni consecutivi e garantiscono ai pellegrini la remissione dei peccati per sé e per le 88 generazioni precedenti, con la liberazione dal ciclo della vita e della morte. Il periodo più affollato sarà quello della luna nuova di fine gennaio, considerato il più fortunato e benaugurante.
Al bagno rituale vero e proprio per tradizione si sono aggiunte altre celebrazioni religiose, ma anche spettacoli, concerti e performance artistiche, esibizioni di arti marziali e perfino di numeri circensi. Il risultato è un happening variopinto ed esotico che attira curiosi da mezza India e perfino dal mondo occidentale. Tra i tanti presenti i giornali hanno già segnalato il nome di Laurene Powell, imprenditrice e vedova di Steve Jobs, convertita all’induismo, che si tratterrà per un mese di esercizi spirituali.
Quest’anno la festa ha anche un sapore politico che non ha mai avuto. Per la prima volta al potere (sia in tutta l’India sia nello stato dell’Uttar Pradesh) c’è un partito semi-confessionale, il Bharatija Janata Party guidato da Narendra Modi, una specie di sacerdote laico dell’induismo (mai sposato, da giovane ha militato nel movimento paramilitare indù Rashtriya Swayamsevak Sangh). Il suo ritratto domina tutta la regione, anche se non mancano le polemiche. I commercianti musulmani hanno denunciato di essere stati obbligati a chiudere i negozi in coincidenza con la festa, mentre ai tassisti di religione islamica è stato proibito di fare servizio per i pellegrini. Per l’evento sono stati mobilitati decine di migliaia di poliziotti e reparti di pronto intervento dell’esercito. Il timore di incidenti è in agguato.
Nell’ultima edizione, svoltasi nel 2013, e quando i partecipanti non superarono i 100 milioni, una calca in stazione in un giorno particolarmente affollato provocò una quarantina di morti.
Per sicurezza e accoglienza lo Stato ha stanziato l’equivalente di circa 650 milioni di euro. In piccola parte i soldi sono andati anche a finanziare gli spettacoli previsti. Tra i più attesi è uno show notturno in cui 2mila droni illuminati faranno rivivere scene della mitologia induista.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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