La minaccia dalla Russia: "Possiamo colpire l'Europa con i missili Oreshnik"

Colui che è considerato impropriamente "l'ideologo" di Vladimir Putin è tornato a parlare, profetizzando un fosco futuro per l'Europa

La minaccia dalla Russia: "Possiamo colpire l'Europa con i missili Oreshnik"
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"Forse l'Australia e la Nuova Zelanda oggi sono un posto più sicuro. L'Europa può cadere o passare nelle mani dei populisti di destra. O essere gravemente danneggiata dagli Oreshnik": torna a parlare Alexander Dugin, quello che con enorme approssimazione viene considerato l'"ideologo" di Vladimir Putin.

Dugin era tornato sulla scena poche settimane fa, in occasione delle elezioni Usa. All'indomani della vittoria di Donald Trump, il filosofo dell'estrema destra russa aveva affermato che la vittoria del tycoon sia la prova di come gli americani fossero alla ricerca di qualcuno come Putin, in grado di sconfiggere "il deep-state depravato e satanista". Grande fiducia sembra, inoltre riporre in J. D. Vance e Elon Musk, detrattori del "regime nazista di Zelensky". "Ora liberiamo l’Ucraina", era stato il suo grido di battaglia dopo la lunga notte elettorale americana.

A parlare è tornato anche il patron mediatico di Dugin, Kostantin Malofeyev, che ora cavalca il leit motive del "mondo sull'orlo di una guerra nucleare". A suo dire, se gli Usa non accetteranno di ritirare il loro sostegno all'Ucraina, la Russia potrà usare un'arma nucleare tattica, "con una zona radioattiva in cui nessuno potrà accedere per una vita. E la guerra sarà finita". "Noi vogliamo una pace a lungo termine. Un accordo generale sull'ordine globale. Trump vuole entrare a far parte dei libri di storia. Presto avrà ottant'anni, è un nonno. Anche Putin non ha più 50 anni. Sarà il loro lascito", ha tuoato.

Malofeyev, editore di Tsargrad Tv, è sanzionato per il suo ruolo nell'annessione della Crimea del 2014 ed è incriminato negli Stati Uniti con l'accusa di aver evaso le sanzioni. "La vecchia macchina sovietica è tornata a lavorare e la gente vive molto meglio che non prima della guerra.

Chi lavora nell'industria della difesa, in agricoltura, nel mercato dei consumatori, nei mercati locali, vale a dire il 90 per cento della popolazione, non è interessata dalle sanzioni e adorano questo periodo. La minaccia esterna è essenziale per renderci più forti. Più a lungo il confronto e i conflitti vanno avanti, più forte diventa il regime", ha ribadito dai suoi stessi microfoni.

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