Orrore in Malesia: 400 minori abusati in case di accoglienza da una setta islamica

La polizia ha salvato centinaia di bambini vittime di violenze fisiche e sessuali all’interno di case di accoglienza: arrestate 171 persone

Orrore in Malesia: 400 minori abusati in case di accoglienza da una setta islamica
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Una setta islamica illegale responsabile di centinaia di abusi fisici e sessuali nei confronti di minori. Questo il caso di cronaca che ha sconvolto la Malesia, un orrore fermato dall’intervento della polizia che ha messo in salvo 402 bambini, per la precisione 201 maschi e 201 femmine, che vivevano in case di accoglienza tra gli stati di Selangor e Negri Sembilan. Come confermato dall’ispettore generale della polizia Razarudin Husain le vittime sono di età compresa tra 1 e 17 anni. I raid delle forze dell’ordine hanno portato all’arresto di 171 persone, tra questi molti ustazs, ossia insegnanti di religione islamica, e custodi.

"Le vittime malate non potevano farsi curare fino a quando le loro condizioni non diventavano critiche", ha spiegato Razarudin in una conferenza stampa, sottolineando che le vittime venivano abusate sessualmente dai loro assistenti e costrette ad abusare a loro volta di altri bambini. E ancora: "Il custode del rifugio ha anche usato un oggetto riscaldato per ferire le vittime come punizione per un reato commesso". Attualmente le giovani vittime sono ospitate in un centro di formazione della polizia a Kuala Lumpur, dove saranno sottoposti a controlli medici, ma le autorità malesi sono al lavoro per trovare una soluzione su lungo periodo.

Nel mirino delle autorità la società Global Ikhwan Services and Business Holdings (GISBH), in passato legata alla setta religiosa islamica Al Arqam, bandita dal governo nel 1994. In una nota, il gruppo ha negato di avere dei rapporti con le strutture di accoglienza, accusando la polizia malese di azioni diffamatorie nei confronti dell’attività. Dietro lo scandalo, secondo l’azienda, ci sarebbe l’intenzione di “rovinare l’immagine” della GISBH: “Neghiamo tutte le accuse perché i rifugi non sono sotto la nostra gestione. Non è nostra politica pianificare e attuare cose contrarie alla sharia islamica e alle leggi nazionali".

La GISBH è un gruppo protagonista in diversi settori economici, dai supermercati alle lavanderie automatiche.

Non opera solo in Malesia, ma in diversi Paesi asiatici e anche in Australia. Come anticipato, la società nacque come ramo finanziario della setta religiosa islamica Al Arqam, poi considerata un pericolo per la sicurezza nazionale di Kuala Lumpur.

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