Ombre su DeepSeek. L’intelligenza artificiale cinese è infatti finita nel mirino di Microsoft e OpenAi, che stanno cercando di stabilire se dati e tecnologia siano stati ottenuti in modo non autorizzato da un gruppo collegato alla startup asiatica. L'accusa di OpenAI è diretta: il rivale cinese avrebbe utilizzato i propri modelli di apprendimento per lo sviluppo della propria intelligenza artificiale. Secondo quanto riportato da Bloomberg, gli esperti di sicurezza di Microsoft hanno osservato che lo scorso autunno individui ritenuti legati a DeepSeek hanno esfiltrato una grande quantità di dati utilizzando l'interfaccia di programmazione delle applicazioni (Api) di OpenAI.
“Il problema è quando lo si fa per creare un proprio modello per i propri scopi”, le parole di un portavoce di OpenAi ai microfoni del Financial Times. In base a quanto fissato nelle condizioni di servizio, gli utenti non hanno la possibilità di “copiare” nessuno dei suoi servizi o “utilizzare l’output per sviluppare modelli in concorrenza con OpenAI”. Ma c’è di più. David Sacks, "zar" della Casa Bianca per l'Ia e le criptovalute, ha spiegato ai microfoni di Fox News che è possibile che DeepSeek abbia sottratto proprietà intellettuale dagli Stati Uniti nello sviluppo del suo nuovo sistema di intelligenza artificiale: "Ci sono prove sostanziali che ciò che ha fatto DeepSeek sia stato distillare la conoscenza dai modelli di OpenAI".
In precedenza, OpenAi aveva diramato un comunicato senza entrare nel dettaglio su DeepSeek: "Sappiamo che le aziende con sede nella RPC, e altre, cercano costantemente di distillare i modelli delle principali aziende di intelligenza artificiale degli Stati Uniti". Il riferimento è chiaramente a Pechino: "Come principale costruttore di intelligenza artificiale, adottiamo contromisure per proteggere la nostra proprietà intellettuale, tra cui un attento processo per le capacità di frontiera da includere nei modelli rilasciati, e crediamo che, mentre andiamo avanti, sia di fondamentale importanza lavorare a stretto contatto con il governo degli Stati Uniti per proteggere al meglio i modelli più capaci dagli sforzi di avversari e concorrenti per impossessarsi della tecnologia statunitense".
L'app di DeepSeek non è più disponile sull'App Store di Apple e sul Play Store di Google in Italia. Cercando l'applicazione per il download non compare fra le ricerche, che restituiscono risultati che comprendono solo Google Gemini, ChatGPT e Perplexity tra gli altri. Digitando il sito del chatbot cinese, spunta un avviso in lingua inglese che recita: "A causa di attacchi malevoli su larga scala ai servizi di DeepSeek, la registrazione potrebbe essere occupata". Nel messaggio viene invitato l'utente ad "attendere e riprovare", mentre "gli utenti registrati possono accedere normalmente". Ricordiamo che nella giornata di ieri il Garante per la protezione dei dati personali ha inviato una richiesta di informazioni alle società che forniscono il servizio di chatbot DeepSeek, sia su piattaforma web che su App.
Il lancio di DeepSeek ha scatenato un terremoto tra i titoli tecnologici a stelle e strisce. Le azioni di Nvidia hanno perso lunedì oltre il 13 per cento del loro valore a Wall Street, pari a circa 400 miliardi di dollari.
Batosta anche per Meta Platforms, Microsoft e Alphabet, che hanno perso tra l'1,5 e il 3,5 per cento del loro valore. In ribasso anche i bitcoin, scesi sotto i 100 mila dollari per la prima volta dall'elezione del presidente statunitense Donald Trump.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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