Migranti Usa, Biden alza il muro al confine: l'ipocrisia dem sulle norme green

Stretta del presidente democratico: altri 32 km di barriere dovrebbero essere costruiti a breve, nel punto più critico. La sterzata dell'amministrazione Biden ora pone problemi di coerenza sia sulle politiche migratorie che su quelle green

Migranti Usa, Biden alza il muro al confine: l'ipocrisia dem sulle norme green
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Sui migranti Usa sembra essere arrivata un'ulteriore stretta, questa volta da parte dell'amministrazione Biden. Alla fine di un'estate al fulmicotone, tra i torbidi al Congresso e l'affaire New York che mette in imbarazzo i democratici, la presidenza democratica pare a un passo decisivo sui flussi transfrontalieri. Per questa ragione, sono state annunciate nuove misure per rafforzare un segmento del muro alla frontiera con il Messico, per fare fronte a un "alto numero di ingressi illegali". In una nota pubblicata sullo Us Federal Registry, i cui dettagli verranno diffusi oggi, il dipartimento per la Sicurezza interna annuncia la deroga a 26 leggi federali, tra cui alcune legate alla protezione ambientale, per permettere di costruire "barriere fisiche e percorsi" nella contea di Starr (Texas), zona dove negli ultimi mesi si è registrato un alto numero di arresti.

Secondo i dati governativi, quest'anno sono stati registrati circa 245mila ingressi illegali nel settore della Rio Grande Valley, che include 21 contee. Tutto questo accade mentre New York si prepara a un probabile afflusso record di nuovi richiedenti asilo: il sindaco Eric Adams è alle prese, questa settimana, con un tour della buona volontà in America centrale e meridionale per cercare di convincere i migranti a non raggiungere la Grande Mela. La quattro-giorni del primo cittadino è stata annunciata lunedì, e ha il doppio obiettivo di rafforzare i rapporti con le autorità locali nei punti nevralgici dell'immigrazione, da un lato, e di rendere più chiaro il (difficile) processo per fare richiesta di asilo, dall'altro.

Sui migranti Usa le giustificazioni puerili di Biden

A peggiorare la scelta, la giustificazione fornita dal presidente: un passo obbligato, si giustifica, ribadendo di non credere nell'efficacia della barriera ma spiegando che non poteva opporsi. "Ho cercato di convincerli a reindirizzare quei soldi. Non lo hanno fatto. Non lo faranno. E secondo la legge non si può fare altro se non usare i soldi per lo scopo per cui sono stati stanziati". Così facendo la già traballante Casa Bianca scade nel ridicolo, dichiarandosi ostaggio dei fondi così tanto da contravvenire alla propria agenda. Trump non si è fatto scappare l'occasione per rispondere a tono al nemico: "E' così interessante vedere Joe Biden dover infrangere ogni regola ambientalista per dimostrare che avevo ragione nel costruire il muro al confine. Chissà se si scuserà con me e con l'America per aver impiegato così tanto tempo a muoversi e per aver consentito che il nostro Paese fosse inondato da 15 milioni di immigrati clandestini, provenienti da luoghi sconosciuti", gongola sulla sua piattaforma Truth Social.

Ma in subbuglio c'è soprattutto la casa democratica, soprattutto l'ala liberal. A mirare dritto al presidente, l'ex deputato ed ex candidato presidenziale dem texano Beto O'Rourke, promessa (per ora tramontata) del partito: "I muri non funzionano, il presidente aveva promesso che non li avrebbe costruiti e ora è ancora più difficile per gli elettori distinguere tra lui e Trump su tema confine/immigrazione", attacca su X, denunciando una "opportunità sprecata per non aver usato il potere esecutivo per correggere davvero il nostro sistema di asilo invece di assumere posizioni politiche inefficaci".

L'amministrazione Trump e il "muro" per i migranti Usa

Tra il 2017 e il 2021, in piena amministrazione Trump, quasi 730 km di barriere erano stati costruiti lungo il confine sud-occidentale. Sforzi che erano stati potenziati dal governatore del Texas Greg Abbott, dopo un'iniziale stasi dovuta all'insediamento di Biden. In una fase così complessa, per il Congresso così come per la Casa Bianca, questa potente sterzata cozza con la presa di posizione del presidente che aveva sempre bollato la questione muro come non risolutiva e denigrante.

La misura permette di effettuare interventi sul terreno evitando le possibili azioni legali costruite su violazione delle leggi ambientali e consente l'uso di fondi che il Congresso ha stanziato nel 2019 per la costruzione del muro di confine, fortemente voluto dall'ex presidente Trump. Oltre a suscitare gli allarmi delle organizzazioni ambientaliste, la decisione riaccende il dibattito politico sui metodi di contrasto all'immigrazione illegale. Nel gennaio del 2021, la Casa Bianca si impegnò a mettere fine alla costruzione "di un enorme muro su tutta la frontiera", definendolo una "soluzione politica non seria". Il dipartimento di Sicurezza interna, riportano i media Usa, fa sapere che il governo aveva comunque l'obbligo di spendere tutti i fondi stanziati dal Congresso. Le deroghe riguarderebbe il Clean Air Act, il Safe Drinking Water Act e l'Endagered Species Act, leggi alle quali il Departement of Homeland Security ha deciso di non flettersi, per far posto alla costruzione che utilizzerà i fondi del 2019.

La contea di Starr, snodo fondamentale per i migranti Usa

La contea di Starr, infatti, pone dei problemi logistici legati alla sua geografia. Essendo situata tra Zapata e McAllen, ospita circa 65mila abitanti. La sua bassissima densità abitativa genera indirettamente uno scarso "pattugliamento" del territorio, oltre che di presidi fisici, legali e civili. Questa porzione del territorio insiste sul Lower Rio Grande Valley National Wildlife Refuge: questo aspetto sovrappone le esigenze legate ai flussi migratori illegali a quelle di tutela ambientale delle quali l'amministrazione Biden ha fatto vanto e battaglia.

Nell'annuncio indicato dalla "Gazzetta Ufficiale" americana non sono state fornite mappe geografiche, presumibilmente per non scatenare nell'immediato le proteste di comunità e associazioni: la Custom and Border Protection aveva annunciato il suo progetto a giugno, quando aveva diffusa una mappa della costruzione aggiuntiva che prevede un'espansione di circa 32 km al sistema di barriere già presente nella zona. Gli unici dettagli per ora conosciuti, diffusi dal giudice Vera della contea di Starr, riguardano il punto di inizio e fine della costruzione: l'ulteriore barriera inizierà a sud della diga di Falcon e supererà la località di Salineño.

I timori per la resa, l'efficacia ma soprattutto l'impatto ambientale delle nuove costruzioni è legato anche alla geomorfologia specifica del territorio: l'area in questione è una zona ad alta erosione, attraversata da numerosi ruscelli che attraversano i ranch e sfociano nel fiume. L'ulteriore rischio riguarda anche il passaggio di strutture e cantieri da terreni pubblici, habitat di specie protette o in via di estinzione come l'Ocelot, il gatto selvatico tipico di queste aree.

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