La mossa della Corea del Nord: espulso il disertore americano

La Corea del Nord ha annunciato che espellerà il soldato americano Travis King, da luglio trattenuto da Pyongyang

La mossa della Corea del Nord: espulso il disertore americano
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La Corea del Nord espellerà Travis King, il soldato statunitense che lo scorso 18 luglio aveva superato, disertando volontariamente, il confine tra le due Coree durante un tour nei pressi della zona demilitarizzata. I media nordcoreani si sono limitati a riportare la notizia, senza fornire dettagli rilevanti, come ad esempio il Paese nel quale verrà inviato il ragazzo e le tempistiche di quando avverrà il trasferimento. Da quanto fin qui emerso, pare che le indagini effettuate da Pyongyang siano terminate, e che il cittadino Usa sarà allontanato per essere entrato illegalmente in Nord Corea.

La mossa della Corea del Nord

Secondo un'indagine di un'agenzia della Corea del Nord, Travis King avrebbe confessato di aver violato illegalmente il territorio controllato da Pyongyang a causa a causa di “maltrattamenti disumani e discriminazioni razziali” subite nell’esercito degli Stati Uniti. Almeno questa è la versione ufficiale diffusa dalle autorità del Nord. Adesso si è aggiunto un nuovo tassello alla vicenda.

"L'indagine sul soldato statunitense Travis King, che è stato arrestato dopo aver sconfinato illegalmente il territorio della RPDC (Repubblica Popolare Democratica di Corea ndr) attraverso l'area di sicurezza congiunta di Panmunjom, è stata completata", ha riferito la Korean Central News Agency (Kcna). "L'agenzia competente della RPDC ha deciso di deportare Travis King in conformità con la legge nazionale", ha concluso il rapporto, senza, come anticipato, spiegare però le modalità dell’espulsione del giovane.

Il futuro del soldato Usa

Una cosa dovrebbe essere certa: il futuro di King sarà lontano dalla Corea del Nord. A questo punto resta da capire dove vorrà inviarlo Pyongyang, e se la scelta delle autorità nordcoreane sarà in sintonia con eventuali desideri del diretto interessato. Nel caso in cui, come sembra, il militare dovesse essere in inviato in un Paese terzo, il governo di Kim Jong Un potrebbe inviarlo in Cina o in Russia.

Le altre possibilità, come ha sottolineato il sito Nk News, coincidono con la Mongolia o una nazione del sud-est asiatico, opzioni che sarebbero però simili a restituirlo direttamente agli Stati Uniti, dal momento che questi Paesi citati avrebbero poche ragioni per tenerlo sul loro territorio. In precedenza, Washington aveva spiegato di star lavorando con la Svezia - con Stoccolma che rappresenta i Paesi che non hanno relazioni diplomatiche con la Corea del Nord - per risolvere il caso di King.

Le opzioni sul tavolo

L'invio di King in un Paese terzo consentirebbe a Pyongyang di rivendicare l'alto livello morale di una simile scelta, ovvero esaudire il presunto desiderio del ragazzo e, stando alla narrazione diffusa dal Nord, “salvarlo” dalle discriminazioni subite dall’esercito Usa, il tutto consentendo alla stessa Corea del Nord di lavarsi le mani di lui.

"Ci sono praticamente solo due opzioni per quanto riguarda un "paese terzo": Russia e Cina", ha detto John Delury, professore alla Yonsei University. "Non credo che sia probabile che Pechino trattenga il suo rimpatrio. La Russia, inutile dirlo, potrebbe essere una storia diversa", ha aggiunto.

Andrei Lankov, professore alla Kookmin University e direttore del Korea Risk Group, ha spiegato che per Pyongyang il valore propagandistico di King è "vicino allo zero" e la sua presenza in Corea del Nors potrebbe portare ad alcuni problemi - "dopo tutto, sembra che questo signore non sia facile da controllare".

La Mongolia, di fatto neutrale

tra Usa e Corea del Nord, potrebbe, nella migliore delle ipotesi, essere invece un Paese nel quale le autorità nordcoreane potrebbero inviare King, se il soldato dovesse cambiare idea e affermare di voler tornare a casa.

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