Sospesi per una settimana per aver violato la policy di Twitter e aver condiviso informazioni sul tracciamento delle persone e sulla loro posizione, compresa quella di Elon Musk, neo-proprietario della piattaforma. Dopo che nella giornata di giovedì alcuni giornalisti sono stati sospesi dalla piattaforma, alla fine il fondatore di Tesla ha fornito una spiegazione sull'accaduto.
In una serie di tweet, Musk ha detto che i giornalisti - tra cui il corrispondente della Cnn Donie O'Sullivan, il giornalista del New York Times Ryan Mac, oltre ai colleghi del Washington Post Drew Harwell, Micah Lee di The Intercept, l'editorialista di Mashable Matt Binder, l'ex conduttore di Msnbc Keith Olbermann e l'ex cronista di Vox Aaron Rupar - avrebbe violato la nuova policy della piattaforma che impone di non condividere le informazioni sulla posizione delle persone. Musk ha difeso la sua decisione di sospendere i giornalisti e ha detto che sarebbero rimasti fuori dalla piattaforma per sette giorni.
Alcuni dei giornalisti menzionati avevano contestato la decisione del magnate di sospendere l'account Twitter che tracciava i voli dell'aereo privato del miliardario sul social Mastodon: profilo gestito da Jack Sweeney, uno studente dell'Università della Florida centrale che aveva lanciato @ElonJet. L'account, linkato dagli stessi giornalisti, era stato "sospeso definitivamente" dopo "un'attenta revisione".
A gennaio, il New York Times ha riferito che Musk aveva inviato un messaggio diretto a Sweeney dicendogli che gli avrebbe dato 5.000 dollari per rimuovere l'account perché era un "rischio per la sua sicurezza". In precedenza, aveva affermato che non avrebbe rimosso il profilo dello studente al fine di essere coerente con la sua battaglia a favore della libertà di parola.
E il patron di Twitter lancia il sondaggio
A seguito dell'annuncio, Musk ha lanciato un sondaggio sul suo profilo Twitter, chiedendo ai suoi 121,6 milioni di follower se i giornalisti dovessero essere o meno reintegrati. "Annulare la sospensione degli account che hanno indicato la mia posizione esatta in tempo reale?" si legge nel quesito lanciato dal magnate. "Ora, domani, tra sette giorni, o più a lungo". Musk ha annullato il sondaggio dopo che il 43% degli utenti ha affermato che gli account dovrebbero essere ripristinati e il 57% ha invece indicato che dovrebbe essere sospesi. Ha quindi lanciato un nuovo sondaggio con solo due opzioni: "Adesso" o "Tra sette giorni".
Musk ha chiarito che i giornalisti sono stati sospesi per aver condiviso la sua "posizione in tempo reale". "Hanno pubblicato la mia esatta posizione in tempo reale, fondamentalmente le coordinate dell'assassinio, in (ovvia) violazione diretta dei termini di servizio di Twitter", ha scritto il proprietario della piattaforma giovedì sera. Ha poi aggiunto: "Se qualcuno pubblicasse posizioni e indirizzi in tempo reale dei giornalisti del Nyt, l'Fbi starebbe indagando, ci sarebbero udienze a Capitol Hill e Biden terrebbe discorsi sulla fine della democrazia!".
"Hanno messo in pericolo la mia famiglia"
In un altro tweet, Elon Musk ha sottolineato che "le stesse regole di doxxing si applicano ai 'giornalisti' come a tutti gli altri. Gli account coinvolti nel doxxing ricevono una sospensione temporanea di 7 giorni", ha continuato Musk, spiegando che "criticarmi tutto il giorno va benissimo, ma doxxare la mia posizione in tempo reale e mettere in pericolo la mia famiglia non lo è". Ma cos'è il doxxing di cui parla l'uomo più ricco del pianeta? Il termine si riferisce alla pratica di diffusione pubblica online di informazioni personali e private, o altri dati riguardanti la persona, solitamente con un intento malevolo.
Nella tarda serata di giovedì, Musk ha ulteriormente difeso le sue azioni durante una chiamata su Twitter Spaces ospitata dalla giornalista Katie Notopoulos di Buzzfeed. Rispondendo alla domanda sul perché la piattaforma avesse sospeso una manciata di giornalisti, Musk ha così replicato: "Sono sicuro che tutti coloro che sono stati doxxati sarebbero d'accordo, condividere informazioni in tempo reale sulla posizione di qualcuno è inappropriato e penso che tutti in questa chiamata non vorrebbero che fosse fatto loro", ha risposto Musk.
Notopoulos ha tentato di difendere i giornalisti che sono stati sospesi, parlando di "sforzi giornalistici abbastanza normali", ma il boss di Twitter è stato inamovibile, sottolineando che d'ora in poi non ci sarà "alcuna differenza" fra giornalisti e utenti normali.
La domanda è: è giusto condividere pubblicamente informazioni estremamente confidenziali e personali su una persona solo perché è ricca? Qual è l'utilità giornalistica di un'informazione del genere? E poi: non erano i liberal, quando Donald Trump era stato cacciato, ad affermare che le piattaforme social sono "società private" e possono agire come credono? La loro isteria contro Musk fa piuttosto sorridere, ora.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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