"Non è più in vigore". Mosca esce dall'accordo sul grano ucraino: cosa succede adesso

La Russia tornerà a parlare dell'accordo sul grano "quando saranno soddisfatte tuttte le condizioni", ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov

"Non è più in vigore". Mosca esce dall'accordo sul grano ucraino: cosa succede adesso
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L'accordo che aveva fin qui permesso all'Ucraina di esportare il grano dai suoi porti sul Mar Nero ha cessato di avere effetto. La Russia tornerà a parlarne "quando saranno soddisfatte tuttte le condizioni", ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, sostenendo che la parte dell'intesa riguardante Mosca non sarebbe stata rispettata. Da qui il passo indietro della Federazione russa che, ha spiegato lo stesso Peskov, "ritornerà immediatamente all'attuazione dell'accordo non appena la parte russa degli accordi sarà soddisfatta".

Il patto, sebbene imperfetto, a detta degli esperti avrebbe contribuito ad evitare un peggioramento della fame globale e impedito un'impennata dei prezzi alimentari in tutto il mondo. Adesso, con il rinnovo più incerto che mai, le possibili conseguenze della sua sospensione sono tutte da decifrare.

La fine dell'accordo sul grano

"L'accordo sul Mar Nero ha cessato di funzionare oggi", ha tuonato Peskov, dopo che nelle scorse settimane la Russia aveva più volte sostenuto che non fossero stati rimossi "gli ostacoli" alle sue esportazioni di cereali e fertilizzanti. È davvero andata così oppure Mosca sta semplicemente cercando di sfruttare la leva negoziale di questa intesa per fini geopolitici?

Certo è che uno scenario del genere era immaginabile, anche se il 14 luglio il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, già mediatore chiave delle precedenti intese, aveva dichiarato che lui e Vladimir Putin erano concordi sulla proroga del corridoio per il grano nel Mar Nero.

"Ci stiamo preparando ad ospitare Putin in Turchia in agosto", aveva sottolineato lo stesso Erdogan parlando con i giornalisti in una conferenza trasmessa dalla tv di Stato Trt. Non è quindi da escludere che Mosca possa accettare di trovare una nuova intesa sul grano in seguito all'intervento di Ankara, presumibilmente tra qualche settimana.

Quale rinnovo?

Washington ha fatto sapere di essere pronta a qualsiasi scenario sul futuro dell'Iniziativa sul grano del Mar Nero, ha dichiarato il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti Jake Sullivan in un'intervista alla Cbs. "Siamo pronti a qualsiasi scenario e stiamo lavorando a stretto contatto con gli ucraini su questo", ha detto Sullivan quando il conduttore del programma gli ha chiesto se l'accordo sarebbe stato prorogato.

L'Iniziativa del Mar Nero per il grano, o accordo sul grano, è stata siglata a Istanbul il 22 luglio 2022. Le Nazioni Unite, la Russia, la Turchia e l'Ucraina hanno firmato due documenti per aprire un corridoio per il grano da tre porti ucraini (Chernomorsk, Odessa e Yuzhny) e per eliminare le restrizioni sulle esportazioni di cibo e fertilizzanti russi. L'intesa ha di fatto consentito le spedizioni internazionali di mais, grano, orzo e altri prodotti alimentari provenienti da Kiev.

Possibili scenari e conseguenze

All'orizzonte si intravedono tre scenari: il rinnovo mediato dalla Turchia, la fine di qualsiasi intesa (con inevitabili ripercussioni socio-economiche, soprattutto nei Paesi che dipendevano dalle importazioni di grano ucraino) oppure un nuovo accordo, con altre modalità da stabilire con la regia di Onu e ancora Ankara.

Secondo le Nazioni Unite, a quasi un anno dall'entrata in vigore dell'accordo le navi hanno effettuato 1.003 viaggi dai porti ucraini trasportando un totale di 32,8 milioni di tonnellate di grano e altri prodotti alimentari.

Nello specifico, 45 Paesi hanno ricevuto spedizioni di grano dall'Ucraina nell'ambito dell'iniziativa. L'Asia ha accolto il 46% delle importazioni, mentre il 40% è finito in Europa occidentale, il 12% in Africa e l'1% in Europa orientale.

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