Sono tempi difficili a causa dell’ondata woke. I comici rischiano di essere travolti dalle polemiche ogni volta che aprono bocca, ma ormai la follia ha raggiunto un punto tale che anche i professori corrono il pericolo di trovarsi senza lavoro da un giorno all’altro. Tutto può essere strumentalizzato, ogni opinione può finire nel tritacarne del politicamente corretto. Persino la scienza non ha più valore: basti pensare al clamoroso caso del docente di biologia Johnson Varkey del St.Philip’s College di San Antonio. “Il sesso è determinato dai cromosomi X e Y”: questa la “reazionaria” affermazione che ha spinto quattro studenti ad abbandonare l’aula, accusando il prof di “predicazione religiosa”. Ancora più patetica la reazione dell’istituto texano, che anziché difendere la realtà dei fatti ha preferito licenziare un insegnante con più di venti anni di servizio alle spalle.
Ma quello registrato a San Antonio non è un caso isolato, purtroppo. Nel corso degli ultimi anni la moda woke ha causato parecchi danni in giro per il mondo e diversi professori e/o ricercatori sono stati costretti a cercarsi un altro impiego. Per non urtare il mondo Lgbt – così da evitare critiche e polemiche – i docenti hanno avuto la peggio. Nel 2021 la docente Kathleen Stock dell’Università del Sussex – in Inghilterra – è finita nel mirino dei suoi studenti per aver semplicemente sostenuto la differenza di genere tra donne e trans. Inconcepibile secondo i soliti soloni a tinte arcobaleno. Cartelli e proteste, una vera e propria campagna persecutoria tutt’altro che democratica che ha spinto la rinomata professoressa di filosofia a fare un passo indietro. E tanti saluti alla libertà di pensiero.
Gli Stati Uniti sono il Paese più sottomesso ai diktat del politicamente corretto e troviamo tracce del fenomeno woke già nel 2018. John Kluge, insegnante di musica in una scuola dell’Indiana (la Brownsburg Community School, ndr), è stato licenziato in tronco per aver sbagliato il pronome di uno studente trans. Un episodio simile a quanto accaduto nel 2021 alla Fordham University, dove il docente Christopher Trogan è stato cacciato in malo modo per aver confuso i nomi di due studenti di colore. Fatto fuori nonostante la reazione a dir poco matura degli allievi: “Non eravamo così arrabbiati per l'errore in realtà”. Ma niente, la correttezza politica viene prima di tutto e di tutti.
Finita qui? Macchè, l’elenco è tristemente lungo. Tra i casi più clamorosi ricordiamo quello di Edmonton, dove nel 2020 una professoressa dell’Università di Alberta ha perso il posto nel dipartimento di antropologia a causa delle lamentele di alcuni studenti per le sue opinioni gender. “Fanno sentire le persone insicure”, la giustificazione delle autorità competenti.
E cosa dire dell’inferno passato da Maya Forstater, la ricercatrice licenziata dal Center for Global Development per aver detto che la differenza sessuale è biologica? Persino J. K. Rowling ha ritenuto opportuno intervenire in sua difesa, rivendicando la libertà. Libertà, un diritto che non piace ai talebani del mondo Lgbt e ai loro manutengoli.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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