L'incendio nella fabbrica di armi e l'ombra del sabotaggio russo: guerra di spie in Germania

Fonti della Bild e del Wall Street Journal rivelano che i servizi segreti tedeschi seguono la pista del "sabotaggio" come origine dell'incendio che a maggio ha completamente distrutto un impianto della Diehl: azienda che si occupa di sistemi di difesa.

L'incendio nella fabbrica di armi e l'ombra del sabotaggio russo: guerra di spie in Germania

L'incendio che ha portato al collasso della fabbrica Diehl, sita porte di Berlino, potrebbe essere frutto di un'azione di sabotaggio. Un sabotaggio che potrebbe esser stato commissionato dal Cremlino: dal momento che la Diehl Defense sviluppa e produce sistemi d'arma sofisticati come i missili aria-aria Sidewinder, e il sistema di difesa aerea Iris-T fornito all'Ucraina.

Fonti dell’intelligence occidentale sostengono che il fuoco sia stato appiccato da sabotatori russi per interrompere l’invio di armi e munizioni cruciali per l’Ucraina”. Questo è quanto appreso da fonti del Wall Street Journal e della Bild. L'ipotesi del "sabotaggio" viene avvalorata dal particolare che ha visto l'incendio dello scorso 5 maggio propagarsi da un'area specifica della struttura a cui hanno accesso un numero estremamente limitato di persone. Dal momento che le telecamere di sorveglianza sono state tutte distrutte dalle fiamme è tuttavia difficile riuscire a ricostruire i fatti. Ma ci sono anche dei messaggi intercettati da un servizio segreto alleato.

Un'azione da "professionisti"

Inizialmente gli inquirenti avevano parlato di un semplice incidente provocato da un "problema tecnico". Lo stesso Ceo della Diehl Metal Applications, Thomas Hör, aveva dichiarato a un'emittente berlinese che la compagnia di assicurazioni antincendio era giunta alla medesima conclusione. Questo nonostante la stessa Diehl non avesse escluso - almeno “teoricamente” - la matrice dolosa dell'incendio che nonostante l'intervento di 200 pompieri ha portato al collasso della struttura.

Secondo fonti dei servizi segreti tedeschi citate dalla Bild, infatti, a Berlino si sta indagando in questa direzione. Ipotizzando un atto di sabotaggio che vede come principale indiziata la Federazione Russa. Le medesime fonti dell'intelligence hanno parlato di un’azione da professionisti, lasciando trapelare il sospetto che Mosca abbia ingaggiato "criminali attraverso canali come Telegram" effettuando il pagamento dell'operazione attraverso criptovalute. Il controspionaggio tedesco ha ricordato come spesso questi agenti a pagamento “non sanno neanche di far parte di un’operazione del Cremlino”. Potrebbero essere stati reclutati da terze entità, difficili da collegare ai servizi segreti russi come il Gru, l'Fsb o Svr, attraverso ogni genere di triangolazione.

La Bild ha riferito che un "servizio di intelligence straniero" non meglio identificato avrebbe "informato i servizi segreti tedeschi di indicazioni concrete sul coinvolgimento della Russia nello scoppio dell'incendio". Le intercettazioni delle comunicazioni ottenute da questo servizio segreto alleato della Nato che è entrato in contatto con la Bundesnachrichtendienst (Servizio federale di intelligence, abbreviato Bnd) fornivano "prove del coinvolgimento della Russia" ma non sono considerate "ammissibili nei tribunali tedeschi", riferiscono le fonti, e ciò avrebbe "impedito alle autorità di attribuire chiaramente l'attacco e di perseguire accuse penali". Le intercettazione riguardano alcuni messaggi elettronici.

Il movente e gli altri casi sospetti

I funzionari dell'intelligence che stanno seguendo la pista del sabotaggio sono a lavoro per mettere al vaglio altri "incidenti recenti" che potrebbero "rivelarsi attacchi mirati", parte di una rete più ampia o operazione diffusa che avrebbe come obiettivo i produttori e fornitori di armi che stanno supportando Kiev nella sua guerra contro Mosca.

Diversi attacchi ai danni di infrastrutture considerate "sensibili" sono stati registrati della seconda fase dell'operazione "speciale" ordinata da Putin e sfociata poi nell'invasione e guerra convenzionale contro l’Ucraina. Nel Regno Unito un incendio doloso ha causato l’espulsione di un esperto militare russo. Due cittadini con doppia nazionalità, russa e tedesca, sono stati arrestati in Germania poiché "sospettati di pianificare attacchi a obiettivi militari" la scorsa settimana, riporta Repubblica. Mentre sempre nel mese maggio anche in Polonia sono scoppiati diversi incendi dolosi. Uno di questi, appiccato in un centro commerciale di Varsavia però, ha portato al fermo di due cittadini bielorussi sospettati di aver agito con l'aiuto di un cittadino polacco per agire “probabilmente” su incarico di agenti di Mosca. Queste affermazioni provengono dal premier Donald Tusk.

Alla luce di questo altri "incidenti recenti" precedentemente classificati come tali verranno rivalutati in base alle piste di sabotaggio "su commissione" seguite delle intelligence occidentali.

Rapporti tesi e restroscena tra Mosca e Berlino

Negli ultimi tempi Mosca ha fatto spesso ricorso al "ricatto o agli incentivi finanziari" per reclutare tra russofili o disposti mercenari nuove spie da attivare in Germania. Una conseguenza del duro colpo inferto alla rete di agenti dei servizi segreti russi che sono stati espulsi in massa dall'Europa.

L'Ufficio federale per la protezione della Costituzione (BfV), servizio di sicurezza "interna" della Germania, ha riportato dell'espulsione di 600 diplomatici russi dall'Europa, affermando che i servizi segreti russi hanno impegnato fondi per "reclutare agenti in Germania" nonostante i tentativi occidentali di limitare le loro operazioni dopo l'invasione dell'Ucraina da parte di Mosca. L'espulsione di membri delle ambasciate o dei consolati russi sospettati di essere agenti dei servizi segreti che operano sotto copertura per condurre operazioni di spionaggio in Europa è diventata da due anni a questa parte una nuova "consuetudine".

Secondo alcune informazioni riportate dall'agenzia Reuters la scorsa settimana, sono "particolarmente a rischio" i cittadini tedeschi che "vivevano in Russia o vi si recavano regolarmente", compresi i diplomatici tedeschi che potrebbero essersi resi vulnerabili ai tentativi di ricatto. "Non appena hanno informazioni compromettenti sui loro obiettivi, questi servizi non sono timidi nell'utilizzare tecniche di reclutamento aggressive" spiegano i funzionari dei servizi segreti che hanno grande esperienza nelle tattiche di ricatto adottate dalle spie russe. La Nato ha ribadito all'inizio di giugno di nutrire fondate preoccupazioni riguardo le azioni di spionaggio mosse dai russi nei confronti dei supporter di Kiev.

Sottolineando che la campagna di attività ostili basata su sabotaggi e attacchi informatici e azioni di propaganda è una realtà e non il frutto di quelle "paranoie occidentali" con cui il Cremlino tende spesso a minimizzare o liquidare una serie di eventi.

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