Dietro ogni sbarco c'è una ramificata rete internazionale sorretta da trafficanti senza scrupoli. Un'ulteriore conferma si è avuta nelle scorse ore da Londra, dove la National Crime Agency britannica (Nca) ha arrestato un cittadino egiziano con l'accusa di curare e guidare un gruppo di scafisti che hanno portato in Italia migliaia di migranti dalla Libia. E non a caso l'operazione della Nca è avvenuta in collaborazione con le nostre autorità.
Il blitz a Londra
L'uomo scovato nelle scorse ore nella capitale britannica si chiama Ahmed Abeid. Si tratta di un quarantenne di origine egiziana, il quale da un po' di tempo si era trasferito in Gran Bretagna. Da qui ha controllato e gestito una vasta organizzazione che ha facilitato le partenze dalle coste libiche. A darne notizia sono state fonti qualificate sia dell'intelligence britannica che di quella italiana.
Secondo gli inquirenti, Abeid non è un semplice scafista. Non è cioè tra coloro che guida le imbarcazioni cariche di migranti verso le coste siciliane o calabresi. Né tanto meno è un "semplice" trafficante. Il suo sembrerebbe un ruolo di mediatore e facilitatore. Favoriva cioè l'interlocuzione tra i vari gruppi che gestiscono il macabro traffico di esseri umani. Dalla partenza dei migranti in Egitto, fino al loro approdo lungo le coste libiche da cui salpavano per l'Italia: è all'interno di questa catena che Ahmed Abeid ha operato e ha favorito i contatti tra i criminali.
Ci sarebbe il suo zampino nello sbarco di 640 persone avvenuto a ottobre dopo un intervento della Guardia Costiera italiana. Così come nella partenza di 265 migranti segnalata a dicembre. Nello scorso mese di aprile, le organizzazioni da lui guidate hanno favorito la partenza di due barconi con 600 migranti a bordo sempre dalla Libia, con destinazione l'Italia.
Il cittadino egiziano operava direttamente dal territorio britannico. Ha gestito da casa sua i contatti tra i criminali e tra gli scafisti e ha curato gli aspetti logistici delle traversate. Anche se la Nca non ha specificato, almeno per il momento, da quale area sono partiti i barconi gestiti dalla rete di Abeid, sembrerebbe che la rotta sfruttata dall'organizzazione fosse quella della Cirenaica. Ossia quella che ha nei porti dell'est della Libia, territorio controllato dal generale Haftar, le proprie basi.
Emblematici in tal senso almeno due dettagli. In primis, il numero di migranti a bordo nelle traversate: i pescherecci che partono da Bengasi o da Tobruck contengono in media tra le 500 e le 600 persone a bordo. In secondo luogo, Abeid curava il trasferimento dei migranti dall'Egitto. E buona parte dei cittadini egiziani che arrivano in Italia salpano per l'appunto dalla Cirenaica.
Le reti di trafficanti
L'operazione della Nca è stata svolta in collaborazione con le autorità italiane e, in particolare, con la nostra Guardia Costiera e con la nostra magistratura. L'intreccio di dati e riscontri ha fatto scattare il blitz in territorio britannico. L'operazione ha dimostrato quindi l'esistenza di reti ben consolidate e ha reso ancora più palese la priorità da riservare alle azioni contro i trafficanti.
Tra l'Europa, il nord Africa, il Medio oriente e l'Africa sub sahariana, esistono decine di reti criminali che agevolano, promuovono e favoriscono le partenze.
Il tutto per un volume d'affari molto elevato, a scapito spesso della vita stessa dei migranti. Fermare e bloccare l'azione dei più pericolosi trafficanti è quindi una delle strade principali da percorrere per ridimensionare il flusso migratorio irregolare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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