
Gentile Direttore Feltri,
immagino che le faccende di Hollywood non le interessino più di tanto, ma vorrei sentire la sua riguardo un fatto di cronaca che mi ha colpito, suscitando in me alcune riflessioni. Si tratta della strana morte dell'attore Gene Hackman e della moglie, trovati defunti nella loro casa in New Mexico. Le circostanze della morte
ancora non sono chiare, si ipotizza una fuga di gas, o addirittura che la coppia e uno dei loro cani siano stati uccisi. Ad ogni modo quello che mi ha stupito è che persone famose a livello globale fossero così sole da essere trovate in stato di decomposizione, come se il mondo non si fosse accorto della loro scomparsa.
Liliana Pellegrino
Cara Liliana,
in effetti le vicende che riguardano il mondo patinato di Hollywood non hanno suscitato mai la mia attenzione, tuttavia la tua riflessione è interessante. Nei Paesi sviluppati, non solo dell'Occidente, ma anche orientali, come il Giappone, dove fatti come questi sono sempre più frequenti e i numeri destano sconcerto: si stima che ogni anno siano 68mila coloro che muoiono in solitudine tra le pareti domestiche, si crepa talvolta da soli, in casa, e si viene ritrovati dopo giorni, o settimane, persino mesi. Accade soprattutto a individui in là con l'età, soli, senza familiari che se ne prendano cura, senza parenti o amici che, accorgendosi della loro assenza, si rechino di filato a verificare cosa sia loro successo, se stiano bene. In Italia le cronache ci consegnano spesso drammi di questo genere. Qualcosa che fino a qualche anno addietro sarebbe stato difficile e che oggi, in una società in cui si vive perennemente connessi ma sconnessi gli uni dagli altri, in cui i rapporti di vicinato sono erosi, in cui le
famiglie si restringono sempre di più e cresce di anno in anno la quota dei singoli, ossia di coloro che vivono da soli, che sono in particolare donne adulte, non è raro e non desta più scalpore che esseri umani possano crepare senza che anima si renda conto della loro dipartita, che può magari venire a galla a causa della puzza di cadavere o di qualche contingenza accidentale. È il dramma della solitudine, quella solitudine che ti ammazza, o che ti spegne lentamente, così totalizzante che trapassi proprio come hai vissuto, da persona non vista, ossia invisibile. E di questo male, cioè di questa solitudine, soffrono giovani e vecchi, ricchi e poveri, star hollywoodiane e operai. Sai, la caratteristica fondamentale della solitudine risiede nella sua democraticità. E prima o poi nella vita capita a tutti di sentirsi soli. Ma altra cosa è esserlo in questa maniera tanto totalizzante: essere ritrovati in stato di mummificazione. Ebbene, ora sappiamo che può succedere anche alle star.
Soltanto qualche settimana fa, ovvero al principio di febbraio, a Collesalvetti, Livorno, una donna di 79 anni, Maria Marcellina Boscolo Bibi, è stata trovata morta nella sua abitazione, in camera da letto. Ti dico qualcosa di agghiacciante: il decesso risale alla scorsa estate. Il cadavere era mummificato. Questa signora aveva dei vicini. Non si sono accorti della sua sparizione. Hanno dato l'allarme solamente quando hanno visto che la corrispondenza si accumulava.
Le morti in solitaria sono il sintomo di un profondo disagio sociale e umano.
Accade nelle grandi città come in quelle piccole, nei paesini, ovunque. Quanto siamo superficiali, disattenti, indifferenti! Quando ci decideremo a riaprire gli occhi sull'altro e a farlo prima che sia troppo tardi? Troppo tardi per lui. Troppo tardi anche per noi.
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