
Gentile Direttore,
mi ha impressionato sapere che la madre di Mark Samson, l'assassino di Ilaria Sula, ha aiutato il figlio a cancellare le tracce del crimine, pulendo il sangue e chissà cos'altro. Sono madre di due ragazzi, entrambi maschi. E non potrei, pur amando i miei figli, coprirli e farmi complice di un omicidio.
Non si fa altro che lodare le donne. Ma forse fanno schifo come gli uomini.
Mariangela Legato
Cara Mariangela,
il neofemminismo ha imposto una visione angelicata della donna che non corrisponde alla realtà, visione volta a trasformare la femmina in vittima millenaria del maschio bruto che intende sottometterla, dominarla, molestarla, sfruttarla, massacrarla ed ucciderla. Da un lato, quindi, abbiamo una «lei» santificata, dall'altro, abbiamo un «lui» criminalizzato e mostrificato, al quale non viene lasciato scampo: egli è il colpevole. La verità è che non esistono distinzioni di genere: l'umanità, che include entrambi i sessi, presenta tratti di cattiveria, sadismo, follia, violenza, perversione, che non sono appannaggio di un unico genere, ovvero di quello maschile. Ora si usa trovare l'origine del cosiddetto «femminicidio» nel patriarcato, che sarebbe la causa o l'elemento che indurrebbe gli uomini ad ammazzare le donne. Eppure il patriarcato non costituisce più la cellula della società da parecchio tempo e all'interno delle famiglie sono spesso le donne a comandare, se così si può dire.
Scenderanno anche questa volta le femministe in strada per marciare contro il patriarcato e il maschio bianco, in particolare nostrano? No, stavolta la faccenda produce qualche imbarazzo, infatti l'assassino non è di origine italiana e oltretutto è stato, in questo delitto, cruciale il ruolo della madre, una donna, che ha protetto il figlio diventando complice di un omicidio, allo scopo dì salvaguardare il ragazzo dalle conseguenze delle sue atroci azioni.
No, non è il patriarcato a determinare violenze e femminicidi. È semmai una cultura volta a deresponsabilizzare i giovani, è la rinuncia da parte dei genitori a fare i genitori, quindi a punire e a impartire regole e senso del limite, è la morte del ruolo dei padri, che incarnavano la legge, a creare mostri capaci di tutto, insofferenti alla frustrazione che deriva dal rifiuto, in grado pure di uccidere una ragazza in un appartamentino di 50 metri quadrati mentre la mamma è dietro il muro, presente, e ascolta e sente le urla della vittima, ma non ha un moto di pietà verso quest'ultima, bensì soltanto verso il suo pargoletto, che, in fondo, non ha fatto nulla di male: ha solo ucciso una donna. E deve essere preservato dalla galera.
Quindi tanto vale prodigarsi subito e ripulire la scena del crimine, coprire quel bambinone, che intanto mette il cadavere in una valigia al fine di sbarazzarsene per sempre, come si farebbe di una felpa vecchia, mentre la mammina completa le pulizie.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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