"Hanno scavato un buca nella neve". Finisce in tragedia per sei alpinisti sul Cervino

A causa di una improvvisa bufera di neve, gli esperti scalatori avrebbero perso l'orientamento non riuscendo a trovare una via per un riparo. Cinque i corpi trovati, ne manca ancora un sesto

"Hanno scavato un buca nella neve". Finisce in tragedia per sei alpinisti sul Cervino
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Tragedia sulle Alpi svizzere, dove una bufera ha sorpreso sei scialpinisti. Si tratta cinque persone appartenenti alla stessa famiglia, tutte residenti nel Vallese, e un'altra persona residente a Friburgo, che sono partite da Zermatt per raggiungere Arolla, vicino al confine con l’Italia. Tuttavia, i venti gelidi e nevosi li hanno colti prima che potessero terminare il passaggio vicino al Cervino, che in Svizzera assume il nome di Matterhorn. Un incidente le cui dinamiche dovranno essere chiarite ma che, stando alle dichiarazioni di Christian Varone, comandante della polizia regionale del Vallese, potrebbe essere stato determinato da un repentino cambiamento delle condizioni meteorologiche. Infatti, sebbene sia stata segnalata una valanga, i sei potrebbero aver trovato la morte per ipotermia. Dopo aver perso l'orientamento a causa della bufera, avrebbero anche tentato di scavare una buca nella neve, come estremo tentativo di riparo, ma è stato tutto inutile.

Tutti e sei erano esperti alpinisti, tanto che alcuni di loro erano anche impegnati nella preparazione della nota Patrouille des glaciers, una gara di scialpinismo che ad aprile coinvolge persone da tutto il mondo e il cui tracciato attraversa anche il sentiero in cui si è verificata la valanga. I sei sono partiti sabato con condizioni del tempo "relativamente buone", hanno spiegato dalla polizia ma all'improvviso, come spesso accade in montagna, le condizioni sono cambiate. Cinque dei sei alpinisti sono stati ritrovati, purtroppo senza vita, e proseguono le ricerche del sesto appartenente al gruppo dell'escursione. La polizia non ha ancora rivelato l'identità delle vittime ma solo che i partecipanti alla spedizione avevano tra i 21 e i 58 anni.

L'allarme è stato lanciato sabato sera, quando le vittime non sono giunte ad Arolla secondo quanto previsto dalla tabella di marcia. A quel punto sono immediatamente partiti i soccorsi, che hanno visto un grande dispiegamento di forze dell'apparato svizzero. Le ricerche hanno impegnato il personale via terra e con gli elicotteri: ben 11 mezzi sono stati dispiegati per la ricerca disperata sul crinale indicato da uno degli alpinisti, che nonostante imperversasse la bufera è riuscito a effettuare una chiamata di emergenza. 35 persone, invece, sono state schierate per le ricerche in ogni anfratto vicino al Matterhorn e sul colle della Tête Blanche, dove avrebbero potuto trovare rifugio.

A notte fonda, anche i soccorritori hanno dovuto riparare fino all'alba a causa delle condizioni che rendevano impraticabile e poco sicura l'operazione di ricerca. Al mattino successivo si sono sollevati anche gli elicotteri dell'esercito per effettuare la ricerca, alla quale si sono unite anche le unità di montagna della polizia cantonale.

Gli elicotteri hanno dovuto rapidamente rientrare a causa della tormenta, mentre i soccorritori a piedi hanno tentato il tutto per tutto per cercare di trovare vivi gli escursionisti, sperando fossero riusciti a trovare un riparo. Solo alle 21.20 di ieri notte, 10 marzo, sono stati individuati 5 dei 6 corpi ma le condizioni continuano a essere critiche.

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