Stati Uniti, primo uomo con l'aviaria: ecco quali sono i sintomi

Un contadino texano è il primo caso documentato al mondo di trasmissione dell'influenza aviaria dall'animale all'uomo. Ma per gli esperti non c'è alcun allarme

Il primo uomo con l'aviaria: foto del New England Journal of Medicine
Il primo uomo con l'aviaria: foto del New England Journal of Medicine
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Negli Stati Uniti è stato diagnosticato il primo caso di trasmissione dell'influenza aviaria causata dal virus H5N1 dai bovini all'essere umano: come fanno sapere i media americani si tratta di un contadino che lavora in un'azienda casearia del Texas contagiato alla fine del mese di marzo secondo lo studio pubblicato nella giornata di venerdì 3 maggio dal New England Journal of Medicine che ha descritto nei dettagli l'infezione.

I sintomi

Sottolineamo che non c'è alcun allarmismo in vista: l'uomo ha accusato solamente una congiuntivite agli occhi senza che la sua vista fosse compromessa. Si sarebbe quindi presentato al pronto soccorso con occhi rossi e lacrimanti come accade in presenza di questa patologia. Le analisi non hanno mostrato nessuno stato febbrile e i polmoni totalmente puliti, segnale che il virus crea effetti molto blandi sull'organismo umano. È chiaro, però, quanto sottolineato dagli esperti: nonostante l'uomo non si sia ammalato gravemente, il suo caso è importante perché conferma che gli esseri umani possono essere infettati dal virus H5N1 dopo essere stati a contatti con mucche infette. L'uomo è stato curato con dei normali farmaci antivirali riprendendosi al 100% in poco tempo.

Perché i cibi sono sicuri

Nei giorni scorsi la Food and Drug Administration americana (Fda) ha pubblicato alcuni risultati sulla diffusione del virus H5N1 tra le mucche da latte: un campione su cinque presentava frammenti virali dell'influenza "ma non c'è motivo di smettere di consumare il latte pastorizzato, perché questo processo uccide i batteri e i virus. Questo vuol dire che anche il formaggio e lo yogurt a base di latte pastorizzato sono sicuri", ha spiegato la prof. Leana S. Wen, docente del Milken Institute School of Public Health della George Washington University. L'esperta ribadisce che non sarà necessario modificare il modo di consumare il latte "e non consiglio nemmeno ad altri di farlo".

Va ancora meglio sul latte artificiale: la Fda, in una nota, ha spiegato di aver testato migliaia di campioni venduti al dettaglio senza trovare tracce di questo virus. La Wen ha ricordato che "la diffusione dell'H5N1 dagli uccelli ai mammiferi è stata documentata da tempo" anche se "non avevamo mai osservato in precedenza un'epidemia di questa portata tra i mammiferi".

Test negativi

Dopo il primo caso di aviaria sull'uomo, funzionari sanitari del Texas hanno effettuato test su altri lavoratori del settore lattiero-caseario malati, tra cui alcuni con gli occhi rossi, ma si è scoperto che avevano altre malattie e non l'influenza in questione. "Possiamo dire con certezza che alcune persone negli allevamenti da latte sono risultati positivi ad altri virus respiratori comunemente circolanti nella popolazione umana", ha affermato alla Cnn Lara Anton, addetta stampa senior del Dipartimento dei servizi sanitari statali del Texas.

"Probabili altri casi"

È logico che la trasmissione del virus aviaria sull'essere umano espone al rischio potenziale che anche altre persone possano contaggiarsi o esserlo senza saperlo: è quanto afferma lo scienziato americano Eric Topol, vice presidente esecutivo Scripps Research, fondatore e direttore Scripps

Research Translational Institute che sui social ha commentato il lavoro del New England Journal of Medicine. "È possibile/probabile che altre persone siano state infettate ma non siano state diagnosticate".

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