Trump in tribunale a Washington. Il tycoon contro Biden: "Un corrotto"

Udienza preliminare per l'ex presidente accusato di aver cercato di sovvertire l'esito del voto nel 2020. Lui si è detto "non colpevole". Nuova udienza fissata per il 28 agosto

Trump in tribunale a Washington. Il tycoon contro Biden: "Un corrotto"
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Riflettori nuovamente puntati su Donald Trump. Arrivato alla terza incriminazione in quattro mesi, l'ex presidente degli Stati Uniti è volato a Washington nell'aula della giudice Moxila Upadhyaya che l'ha convocato per notificargli il tutto, per il caso che è stato invece affidato alla giudice distrettuale Tanya Chutkan. Questa volta la situazione è diversa da quella delle altre incriminazioni, e potenzialmente molto più grave. Anche se le accuse di aver usato fondi elettorali per pagare il silenzio di una pornostar e di aver illecitamente portato via e nascosto dalla Casa Bianca documenti segreti sono importanti, quelle che formalizzate oggi imputano ad un ex presidente Usa di aver tentato di sovvertire il sistema democratico.

Il giorno di Trump

Nessun arresto per The Donald. Il tycoon è arrivato a Washington poco prima delle 3 del pomeriggio ora locale, le 21 in Italia. Insieme a lui anche gli avvocati Todd Blanche e John F. Lauro, ma non solo. Secondo quanto riporta la stampa americana era presente tutto il team della sua campagna elettorale. Nell'aula dove si è presentato Trump è arrivato anche il procuratore speciale Jack Smith, affiancato dalle sue guardie di sicurezza.

Nel corso dell'udienza, ha riportato l'agenzia Bloomberg, Trump si è dichiarato non colpevole dei quattro capi di accusa mossi nei suoi confronti. Non solo. L'ex presidente ha confermato il suo nome, la sua età e ha risposto "no" alle domande sull'assunzione di medicinali o stupefacenti. Subito dopo l'ex presidente è stato rilasciato a patto di non avere contatti con i testimoni, se non in presenza degli avvocati. "L'imputato non deve avere comunicazioni riguardo ai fatti del caso con testimoni se non tramite o in presenza degli avvocati", ha detto la giudce Upadhyaya che ha avvisato l'ex presidente di come una violazione di queste condizioni porterebbe a un mandato di arresto. La prossima udienza del processo è già stata fissata ed è prevista per il prossimo 28 agosto. Il mese non sarà facile per The Donald dato che tre giorni prima, il 25, dovrà volare in Florida, per l'udienza di un altro processo, quello che lo vede imputato per i documenti sottratti dalla Casa Bianca e tenuti nella residenza di Mar-a-Lago.

supporter trump
Sostenitori di Trump davanti al tribunale

"Un giorno triste per l'America"

Subito dopo aver lasciato il tribunale Trump si è diretto all'aeroporto per rientrare al golf resort a Bedminster, nel New Jersey. Ma prima di salire sull'aereo ha tenuto una breve conferenza stampa. "Questa", ha detto, "è una giornata molto triste per l'America. È una persecuzione di un oppositore politico questo non dovrebbe succedere in America. La persecuzione di una persona che è in testa in modo significativo nei sondaggi delle primarie repubblicane ed è anche molto in vantaggio su Biden". "Così - ha aggiunto - se non è possibile batterlo, allora si sceglie di perseguirlo e incriminarlo, non possiamo permettere che questo succeda in America". Trump ha poi aggiunto "È stato anche molto triste guidare attraverso Washington DC e vedere la sporcizia e il decadimento e tutti gli edifici e i muri rotti e i graffiti. Questo -ha aggiunto- non è il posto che ho lasciato. E' una cosa molto triste da vedere e non è ciò che dovrebbe accadere in America".

Le accuse contro The Donald

I quattro reati contestati dai procuratori federali a Trump vanno dalla cospirazione per frodare gli Stati Uniti alla violazione dei diritti civili. Le pagine dell'atto di incriminazione sono 45. Il primo capo d'accusa, dal titolo "Conspiracy to defraud the United States", è riferito al tentativo del tycoon di aver cercato, in concorso con sei persone, tra consiglieri e avvocati, di "sovvertire i legittimi risultati delle elezioni del 2020" attraverso l'uso di "false dichiarazioni di frode elettorale".

Il "piano" sarebbe stato messo in campo intorno al 14 novembre 2020 e sarebbe durato fino al 20 gennaio 2021, cioè il giorno dell'insediamento ufficiale alla Casa Bianca di Joe Biden. Il secondo e il terzo capo d'imputazione sono legati ai tentativi di ostacolare la certificazione del voto, che era in programma il 6 gennaio 2021 al Congresso. Il quarto reato è riferito alla violazione dei diritti civili e riguarda il tentativo di Trump i ribaltare l'esito del voto in sette Stati in cui, nel 2020, la distanza tra lui e lo sfidante, Biden, era risultata minima. Sono Arizona, Georgia, Michigan, Nevada, New Mexico, Pennsylvania e Wisconsin. In tutti e sette il tycoon aveva perso la sfida.

L'attacco a Biden

Poco prima di iniziare la giornata giudiziaria Trump aveva attaccato Joe Biden. "Non è colpa mia se il mio avversario politico nel partito democratico, il corrotto Joe Biden, ha detto al suo procuratore generale di accusare il principale (di gran lunga!) candidato repubblicano ed ex presidente degli Stati Uniti, io, con tutti i crimini possibili così da costringerlo a spendere tutti i soldi per la difesa", ha scritto in un post sul suo social media Truth.

"I democratici non vogliono correre contro di me altrimenti non avrebbero avviato questa strumentalizzazione senza precedenti della giustizia", ha quindi tuonato il tycoon, che ha anche chiesto che il processo a suo carico venga spostato da Washington. L'aspirante candidato repubblicano alle presidenziali del prossimo anno ha così suggerito come luogo "politicamente imparziale" il West Virginia, sostenendo che è "impossibile" per lui ottenere un processo equo a Washington che, a suo dire, "è al 95% anti-Trump".

Dal canto suo, Biden ha dichiarato che non seguirà la lettura formale dell'atto di accusa penale all'ex rivale. "Ho bisogno di un'altra accusa per garantire la mia elezione!", ha infine scritto sempre su Truth.

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