Quella lettera "sbagliata" che fece schiantare un il volo American Airlines 965

Un errore dei piloti, costretti per colpa della mancanza dei radar, a tentare un atterraggio strumentale, causerà la morte di 159 persone

Quella lettera "sbagliata" che fece schiantare un il volo American Airlines 965

Il 20 dicembre 1995 dall'Aeroporto internazionale di Miami decolla il volo American Airlines 965, con direzione Cali, Colombia. Ma 159 delle 163 persone a bordo dell’aereo non arriveranno mai a destinazione: il Boeing infatti si schianterà sulle montagne nelle vicinanze del comune di Guadalajara de Buga, in Colombia. Il disastro del volo 965 è considerato il peggior incidente aereo occorso su suolo non statunitense, dopo quello del volo Pan Am 103.

I radar non funzionanti e la dinamica dell’incidente

È il 20 dicembre 1995, Natale si avvicina e gli aeroporti sono congestionati dai passeggeri impazienti di raggiungere parenti ed amici per le festività. L’aeroporto di Miami non fa eccezione, e il volo American Airlines porta un ritardo di 30 minuti. Inoltre, a causa di una tempesta nella parte sud orientale degli Stati Uniti, l’aereo accumulerà un ulteriore ritardo di due ore. L’aereo, un Boeing 757, arriva in prossimità di Cali, ma c’è un problema: a causa degli attacchi anti governativi dei guerriglieri colombiani, l’aeroporto non è in possesso del radar per monitorare i voli. È sera, il capitano Nicholas Tafuri e il primo ufficiale, Donald Williams, non possono fare altro che utilizzare la radio e il sistema di avvicinamento strumentale dell'aeroporto per poter atterrare, coadiuvati dai radiofari dell’aeroporto, le cui coordinate erano già in possesso dal sistema di controllo di volo.

Il tempo è sereno, non c’è vento e i controllori di volo chiedono ai due piloti se, per guadagnare tempo, intendono effettuare quello che viene definito avvicinamento diretto verso la pista 19, anziché un avvicinamento indiretto sulla pista 1, che prevedeva di compiere un semicerchio per atterrare. Il capitano acconsente, visto che il volo è in ritardo, ma mentre reimpostano i dati di voli sul computer di bordo, per errore i piloti cancellano dalla memoria i radiofari di avvicinamento. I controllori di volo chiedono a Tafuri di comunicare loro quando avrebbero sorvolato il radiofaro di Tulua, ma per poterlo fare, i piloti dovranno servirsi delle mappe, perdendo tempo prezioso.

Quando finalmente troveranno le coordinate di Tulua, sarà troppo tardi: il velivolo ha già oltrepassato il punto. I due piloti allora tenteranno di programmare la rotta per il radiofaro successivo, quello di Rozo. Ma sulle mappe, sotto la lettera "R" è indicato il radiofaro di Bogotà, Romeo, mentre quello di Rozo è indicato con il nome completo della città. I piloti, ignari di ciò, imposteranno "R", pensando stesse ad indicare il radiofaro di Rozo. Il computer di bordo inizia quindi la rotta verso Bogotà, facendo compiere al Boeing una virata ad est. Quando si accorgono dell’errore, i piloti riposizioneranno la rotta verso Rozo, ma il primo cambiamento di rotta per Bogotà li ha ormai portati a sorvolare una valle parallela a quella che avrebbero dovuto seguire.

Tafuri e Williams non si accorgeranno delle montagne presenti, anche per via dell’oscurità, fin quando non suona il ground proximity warning system, l’allarme di prossimità al suolo. Tenteranno, quindi, di rialzare il velivolo, ma presi dal panico, dimenticheranno di ritirare i freni aerodinamici, cosicchè l'aereo non riuscirà a riprendere quota, andandosi a schiantare. Nel violento impatto perderanno la vita 159 tra passeggeri ed equipaggio, mentre Gonzalo Dussan Monroy, sua figlia Michelle, Mercedes Ramirez Johnson e Mauricio Reyes, rimangono feriti ma sopravviveranno. A bordo viaggiava anche un cagnolino, che si salverà e verrà battezzato con il nome di Milagro, miracolo in spagnolo.

Volo American Airlines 965

I soccorsi e i superstiti scampati alla tragedia

Quando, alle prime luci del giorno, i soccorritori riusciranno a raggiungere l'impervio luogo del disastro del volo American Airlines, El Diluvio, nel fitto della giungla, udiranno delle urla provenire dalla carcassa dell'aereo. Quelle grida disperate sono di Mauricio Reyes, di Gonzalo Dussan Monroy e di Mercedes Ramirez Johnson, ormai congelati dopo un'intera notte passata al freddo delle alture colombiane. Oltre ai tre superstiti, Monroy fa presente ai soccorritori di aver udito la voce del figlio maggiore, ma di non sapere da dove provenisse. I soccorritori faranno altre due felici scoperte, in mezzo ai corpi senza vita degli altri passeggeri. La piccola Michelle, la figlia di Monroy è viva, ancora seduta al suo posto all'interno del velivolo e così un cane, che si trovava nella stiva. Purtroppo il figlio di Gonzalo Monroy, trovato su un albero, morirà in ospedale per le numerose ferite interne, mentre gli altri quattro si salveranno, ricordando per sempre il 20 dicembre come il giorno in cui persero i loro parenti più stretti e nello stesso tempo, scamparono miracolosamente a morte certa.

Le indagini e le responsabilità del disastro

La tragedia del volo 965 fu analizzata dall'Aeronáutica Civil, coadiuvata dal National Transportation Safety Board (NTSB), e da altri enti, che indagarono sulle cause che portarono il Boeing a schiantarsi sulle montagne colombiane quel 20 dicembre del 1995. Gli inquirenti rilevarono che se i piloti avessero retratto gli auerofreni in tempo, il velivolo si sarebbe potuto rialzare ed evitare così lo schianto contro la montagna. Nel rapporto finale, stilato nel 1996, l'Aeronáutica Civil imputò la responsabilità della sciagura ai due defunti piloti, Tafuri e Williams, per non aver saputo pianificare adeguatamente l'avvicinamento alla pista 19. Inoltre venne sottolineata la loro inadeguatezza nell'uso dell'automazione, ovvero i sistemi di controllo di bordo: nei momenti di criticità nessuno dei due piloti aveva prestato attenzione ai vari allarmi che suonarono in cabina di pilotaggio, forse colti da smarrimento per la gravità della situazione.

Nel 1997 il giudice distrettuale degli Stati Uniti accusò Tafuri e Williams di condotta dolosa, reato di cui si fece carico American Airlines, in quanto i due piloti erano entrambi morti, sentenza che venne revocata nel 1999 dalla Corte d'Appello degli Stati Uniti.

L'American Airlines, dal canto suo, si difese dalle numerose denunce dei parenti delle vittime e intentò una causa contro Jeppesen e Honeywell, le aziende che crearono il database del computer di navigazione, per non aver incluso Rozo sotto la lettera "R". Nel processo finale, che ebbe luogo a Miami nel 2000, la giuria dichiarò colpevole l'azienda Jeppesen per il 30%, la Honeywell per il 10% e la compagnia aerea American Airlines per il 60%.

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