"Abbiamo ricominciato da capo". La verità della moglie di Tacconi sulla casa popolare

L'aneurisma, i mesi difficili del recupero e la nuova vita in una casa popolare: la moglie di Stefano Tacconi, Laura Speranza, ha raccontato l'ultimo periodo e la necessità di ricominciare da zero

"Abbiamo ricominciato da capo". La verità della moglie di Tacconi sulla casa popolare
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Una disabilità totale che gli ha cambiato la vita e l'ha cambiata anche ai suoi familiari: Stefano Tacconi adesso è in netta ripresa dopo l'aneurisma cerebrale ma la fisioterapia non è finita e dovrà continuare ancora a lungo. Più che altro, a stupire è la nuova vita dell'ex portiere juventino e della Nazionale in una casa popolare alla periferia sud di Milano. A raccontare come sono andate le cose e la scelta-necessità di ripartire da zero con la moglie, Laura Speranza, che ha spento anche le polemiche sul "doppio alloggio" dato dall'Aler (Azienda Lombarda Edilizia Residenziale Milano).

La salute di Tacconi

Anche se il peggio è passato, Speranza ha raccontato al Corriere della Sera la riabilitazione che fa il marito tre-quattro volte ogni settimana ma che il suo recupero "ha stupito anche i medici, è stato grandioso". Madre di tre figli, da poco più di un anno vivono tutti e cinque in una casa popolare nell'hinterland milanese spiegando che l'iter per ottenerla non è stato accompagnato da alcun favoritismo. "Sono stata io a decidere di presentare la domanda, insieme a mio figlio maggiore Andrea. Avevamo tutti i requisiti, siamo risultati primi della lista anche perché è stata riconosciuta la disabilità totale".

Perché hanno cambiato casa

Inizialmente alla famiglia era stato assegnato un alloggio non idoneo: Tacconi avrebbe dovuto fare quattro rampe di scala perché l'ascensore si fermava soltanto fino a un certo punto. Sicuramente una situazione non così comoda specialmente perché ancora costretto in carrozzina che usa tutt'ora per fare lunghi tragitti, mentre negli altri casi si muove in stampelle. "Viviamo alla periferia sud di Milano, al sedicesimo piano. Non ci sono scalini" e il nuovo appartamento è "adatto a una famiglia numerosa come la nostra. Abbiamo due bagni, uno l’abbiamo attrezzato con tutti gli appoggi per Stefano".

"Abbiamo ricominciato da capo"

Dai fasti del calcio - e dalle passerelle visto che la moglie è stata una modella - alla nuova vita il salto è sicuramente importante e la stessa Laura Speranza lo dice chiaramente al quotidiano. "Nella vita si attraversano momenti di fragilità, ci sono dei frangenti in cui non c’è troppo tempo per pensare, bisogna solo darsi da fare. Con mio figlio Andrea abbiamo preso la decisione di trasferirci senza dire niente a Stefano, per le sue condizioni e per non dargli troppe preoccupazioni". La malattia e lo spettro della depressione che poteva arrivare ma che, per fortuna, non c'è stata grazie alla reazione di Stefano di fronte alle avversità affrontare egregiamente e come un leone.

"Non è uno che si piange addosso, nessuna situazione gli fa paura. È uno spirito che ha trasmesso anche a noi. Standogli sempre accanto gli abbiamo dato forza, essere uniti ci ha permesso di andare avanti", ha spiegato la moglie, non nascondendo comunque le difficoltà specialmente per la figlia minore nel trasferirsi in una casa popolare. "Abbiamo tutti dovuto ricominciare da capo. Forse la più piccola è quella che ne ha risentito maggiormente, è più malinconica perché si è allontanata dagli amici".

La gente, però, è vicina alla famiglia Tacconi come hanno dimostrato i nuovi vicini di casa che quando lo incontrano parlano di calcio. I segni che ha lasciato l'aneurisma, però, sono ben vivi nel racconto conclusivo della moglie Laura.

"Il colpo che ha avuto è stato durissimo. Poi ha dovuto imparare di nuovo a respirare, a mangiare, a camminare, è dovuto ripartire da zero come un bambino. Ancora adesso ci sono tante cose di cui occuparsi, dalle medicine alla riabilitazione".

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