Armi finte, tuta mimetica e posto di blocco: 15enni si fingono militari per una challenge sui social

Fermavano le auto nel trevigiano spacciandosi per membri delle forze dell'ordine, tutto solo per un video da pubblicare su TikTok: "Non facevamo niente di male"

Le armi sequestrate agli adolescenti
Le armi sequestrate agli adolescenti
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Facevano finta di essere dei militari impegnati in un posto di blocco per fermare gli automobilisti e riprendere il tutto in un video, con l'obiettivo di prendere parte a una challenge sui social e diventare virali: i responsabili, due ragazzini di 15 anni della provincia di Treviso dotati di armi finte e tute mimetiche per rendere verosimile la sceneggiata, sono stati fermati dalla polizia locale e denunciati.

Stando a quanto riferito dalle autorità, i fatti si sono verificati nel pomeriggio dello scorso giovedì 5 dicembre a Ponzano Veneto: gli adolescenti sono entrati in azione intorno alle ore 17.30, pertanto in un momento in cui il sole era già calato, allestendo il loro finto posto di blocco in via Volta. Abbigliati di tutto punto, i 15enni indossavano una tuta mimetica con tanto di giubbotto antiproiettile, cartucciere e caschetto dotato di visore notturno, e inoltre avevano con sé ed esibivano le repliche di un M4 Colt, fucile d’assalto in dotazione all'esercito americano, e di una pistola Glock, modello usato anche delle forze dell'ordine italiane.

Come detto, le armi non erano vere, ma semplicemente delle copie fedeli di quelle originali impiegate per il softair: il problema è che i due ragazzini avevano rimosso il tappo rosso obbligatorio per legge, per cui gli ignari automobilisti, complice anche una visibilità ridotta dato l'orario, non erano di certo in grado di apprezzarne i dettagli e comprendere che si trattasse di repliche. Un particolare non indifferente, tuttavia, ha attirato l'attenzione di alcuni conducenti, ovvero il fatto che i due "militari" fossero in mezzo a una strada senza avere accanto a loro il mezzo di servizio, come di solito accade in casi del genere. Insospettiti da questa lacuna, in tanti hanno contattato le forze dell'ordine per segnalare l'inusuale posto di blocco

Sul posto indicato dalle segnalazioni sono giunti gli uomini della polizia locale di Ponzano Veneto, i quali, non notando alcun tappino rosso nelle armi, hanno agito inizialmente con circospezione: l'inganno, tuttavia, è stato subito smascherato, per cui i poliziotti hanno fatto salire i finti militari con tutto il loro armamentario a bordo dell'auto di servizio. Durante l'interrogatorio al Comando i 15enni hanno spiegato di essere convinti di non star facendo nulla di male e che lo scopo della messinscena era quello di realizzare un video per partecipare a una challenge da pubblicare poi su TikTok.

Non avevano invece alcuna voglia di scherzare i genitori dei responsabili i quali, convocati dai poliziotti, hanno fatto una lavata di capo ai figli, denunciati alla Procura per i minori di Venezia per minaccia e usurpazione di funzione pubblica. "Li hanno rimproverati", spiega a Il Corriere Mosè Crema, comandante della polizia locale di Ponzano e Povegliano, "in un momento in cui ci sono bande di ladri che si aggirano sul territorio, è facile immaginare in che situazione di pericolo si sarebbero potuti mettere".

Duro anche il commento del primo cittadino del comune del trevigiano in cui è avvenuto l'episodio."Tutto ciò è sconcertante!", commenta Antonello Baseggio,"oltre alla pazzia d'aver pensato ad un gioco del genere, inconsapevoli che avrebbe potuto trasformarsi in un tragico gioco". "Avrebbero potuto fermare un ladro in fuga (visto il periodo) o una persona legittimamente armata (agenti di commercio o altro) e queste avrebbero potuto usare invece armi vere", aggiunge il sindaco di Ponzano Veneto,"sono davvero preoccupato di questa situazione". "Non possiamo dare scusanti come la noia o il non saper cosa fare.

Ai giovani vengono proposte innumerevoli iniziative e attività", prosegue,"ci sono innumerevoli attività sportive e culturali e iniziative sociali a cui dedicare il tempo per non seguire le idiozie prodotte dai social"."E poi dove sono le famiglie, i genitori ? È forse normale detenere in casa attrezzature e vestiario del genere?", conclude il primo cittadino.

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