Usura, spaccio e sequestro di persona. Sono questi i reati di cui è accusato Nure Alam Siddique detto "Bachcu", presidente della storica associazione "Dhuumcatu" di Torpignattara e noto attivista di sinistra della comunità bengalese a Roma.
Bachcu, sempre presente a tutte le manifestazioni pro immigrazione, è una vecchia conoscenza de ilGiornale.it. Risale al 2018 una nostra intervista nella quale il "paladino" dei diritti dei bengalesi, dal suo ufficio nel quartiere multietnico di Torpignattara, spiegava la sua idea di una raccolta fondi per creare nella capitale un cimitero ad hoc per i musulmani. "È meglio che chi deve pregare 'Allah u Akbar', non abbia vicino un cattolico che recita l'Ave Maria”, sosteneva Bachcu, convinto che un cimitero gestito dai fedeli islamici fosse necessario a causa delle notevoli differenze tra il rito cattolico e quello islamico. "Noi non possiamo essere sepolti vestiti e la nostra salma deve essere posizionata in direzione nord-sud", spiegava l’uomo che si è sempre spacciato per un difensore degli ultimi.
E, invece, aveva una doppia vita. È il 3 novembre 2022 quando, come si legge su Repubblica, Mohammed, un suo connazionale decide di denunciarlo dopo essere stato rapito per bene tre volte: “Bachcu è a capo di un’organizzazione composta da altri 15-20 uomini, che si occupa di usura, traffico di stupefacenti, raccolta di denaro da soggetti musulmani per l’acquisto di terreni da destinare alla sepoltura, opere mai realizzate, e sequestri di persona”. Sua moglie, invece, scoperchia il vaso di Pandora e rivela che Bachcu è a capo di una vera e propria organizzazione criminale dedita allo strozzinaggio: “A gennaio abbiamo provveduto a ridargli i 7mila euro ma ci hanno chiesto gli interessi, cercandoci altri 8mila. Per questo hanno sequestrato mio marito. Quest’organizzazione si riunisce da circa dieci anni, prima nella moschea di via Capua. Poi, da quando hanno chiuso la moschea, da circa quattro mesi in zona Tor Pignattara”. Ma non è tutto. L’attivista bengalese, infatti, sarebbe a capo anche dello vendita di droga nel quartiere per il quale si servirebbe non solo dei suoi connazionali, ma anche di spacciatori nordafricani e sudamericani.
Bachcu, si legge su Romatoday, avrebbe sequestrato l’uomo a causa di un debito di 10mila euro che avrebbe raggiunto la cifra record di 100mila euro. Soldi chiesti per aiutare due amici che non riuscivano a ottenere il permesso di soggiorno.
Il sequestro sarebbe avvenuto il 30 ottobre 2022 mentre il connazionale di Bachcu sarebbe stato rapito da tre uomini mentre si trovava a cena con la famiglia in un ristorante indiano e, poi, da lì sarebbe stato portato in Abruzzo e rinchiuso in un hotel di Carsoli. Ed è lì che la polizia lo ha trovato e ha arrestato i suoi aguzzini.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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