Finiti in manette tre georgiani colpevoli di aver commesso una serie di furti nel quartiere Murri di Bologna. I malviventi si servivano delle "chiavi" Topolino decoder per poter forzare le porte blindate e accere alle abitazioni prese di mira.
Ecco come agiva la banda
Le indagini condotte dagli uomini della Squadra Mobile hanno portato alla luce un metodo ben studiato che in breve tempo ha portato all'esecuzione di blitz nelle zone di via Calori, via Bezzecca, via Novelli, via Ravenna e via Dagnini. Tutte strade inseribili nel ricco quartiere Murri. Gli investigatori sono riusciti a risalire a questi cinque episodi di furto commessi dal 31 ottobre fino al 30 gennaio, ma tutto fa pensare che siano stati effettuati numerosi colpi ed altri episodi sono in fase di valutazione.
L'attività investigativa è partita dopo le denunce presentate dalle vittime. I furti avevano tutti un elemento comune che ha portato gli inquirenti a ritenere che gli autori fossero sempre gli stessi. In sostanza, nel corso dei sopralluoghi è emerso che non risultavano segni di scasso su porte e finestre. I ladri riuscivano ad accedere facilmente alle abitazioni portando via tutta una serie di oggetti di pregio, come denaro, gioielli, borse lussuose, ma anche laptop e consolle di videogiochi, strumenti musicali, biciclette e argenteria. Insomma, un bottino molto vario. Tutto questo ha fatto pensare che a commettere i furti fosse una banda di giorgiani, come poi si è rivelata essere.
A fornire un grande contributo alle indagini sono state le immagini estrapolate dalle videocamere di sorveglianza dei privati cittadini e del Comune. I video, insieme agli appostamenti compiuti dagli inquirenti, hanno portato all'individuazione dei responsabili, risultati essere tre uomini georgiani di 42, 38 e 34 anni. La banda aveva il proprio covo nel quartiere Mazzini, una zona di Bologna vicina all'area in cui si commettavano i furti.
A quanto pare i tre uscivano dalla base di mattina, separandosi e spostandosi in bicicletta, quindi giungevano all'appartamento prescelto. A quel punto riuscivano a entrare servendosi delle "chiavi georgiane" o Topolino decoder. Il dispositivo, con una forma che ricorda quella di Topolino, ha la qualità di decodificare le serrature a cilindro senza fare rumore e senza lasciare segni di scasso. Erano state inventate per aiutare i fabbri a risolvere problemi alle porte, ma si sono presto trasformate in valide alleate dei criminali. Servendosi delle chiavi, la banda entrava nelle abitazioni in pieno giorno e portava via tutto, per poi rivendere la merce.
L'arresto
Le indagini hanno portato al riconoscimento dei responsabili, fermati nella giornata di giovedì 30 gennaio, quando sono stati colti sul fatto mentre uscivano dall'abitazione di via Dagnini.
L'arresto è poi stato convalidato domenica 2 febbraio dal gip di Bologna Alberto Ziroldi, che ha accolto la richiesta del pm Anna Sessa. I tre si trovano adesso reclusi in carcere, a disposizione dell'autorità giudiziaria, mentre la refurtiva è stata restituita ai legittimi proprietari.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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