"Implode o cade". La 'profezia' dei tecnici: cosa succede alla torre di Bologna

La relazione finale del comitato tecnico-scientifico è chiara: bisogna agire in fretta e bene per salvare la torre. Il basamento è gravemente malmesso

"Implode o cade". La 'profezia' dei tecnici: cosa succede alla torre di Bologna
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C'è forte preoccupazione per la torre della Garisenda, una delle due torri-simbolo della città di Bologna. Il verdetto del comitato tecnico-scientifico chiamato a esprirmersi sulla situazione è infatti allarmante: la struttura e a forte rischio crollo a causa della situazione del suo basamento. C'è la concreta possibilità che possa franare sulla vicina chiesa di San Bartolomeo, o sulla torre degli Asinelli, provocando ingenti danni e morti.

Condizioni di allerta

Nel corso della giornata di ieri, il comitato tecnico-scientifico che doveva pronunciarsi in merito alle condizioni della torre della Garisenda si è espresso con una accurata relazione che ha messo in evidenza le criticità presenti. Le verifiche condotte sulla torre hanno purtroppo portato alla luce gravi problemi al livello del basamento, che sarebbe gravemente malmesso. Negli ultimi anni la situazione è drammaticamente peggiorata, specie di recente. Già nel 2018 la torre aveva destato preoccupazioni con delle anomalie riscontrate nel corso di un monitoraggio effettuato dal Comune e dalla università di Bologna. Nel 2019 si è così formato il comitato tecnico scientifico incaricato di condurre degli accertamenti sulla torre. Si parlò sin da subito della necessità di elaborare una strategia per tutelare la popolazione e la stessa struttura, dal momento che ogni limite di prudenza era stato già superato. La torre, infatti, si trovava già a rischio crollo.

Un rischio evidenziato anche nella relazione di crica 30 pagine firmata dal team di esperti e presentata ieri al sindaco di Bologna Matteo Lepore. Al momento la zona circostante le due torri della città è transennata e interdetta al traffico e al passaggio dei pedoni, ma c'è tanto da fare. E deve essere fatto in fretta. La situazione, come stabilito in una riunione del comitato tecnico-scientifico dello scorso 4 ottobre, è a codice rosso.

Cosa potrebbe accadere

Con un basamento così precario, il rischio maggiore è che la torre possa crollare da un momento all'altro. Secondo gli esperti che hanno esaminato il delicato caso, la torre della Garisenda potrebbe in un primo momento implodere, per poi ribaltarsi verso la vicina chiesa di San Bartolomeo, causando ulteriori danni.

Non sono però da escludere altri scenari. La Garisenda potrebbe infatti crollare in una differente direzione, coinvolgendo la torre degli Asinelli.

"I valori di probabilità di collasso sono inaccettabilmente elevati, oltre 10.000 volte superiori a quanto tipicamente consentito dalle norme", si nella relazione, riportata da Repubblica.

In questi ultimi anni il Comune ha provato più volte a intervenire con varie opere di messa in sicurezza e stabilità, ma, secondo il comitato, nulla di ciò che è stato fatto sarebbe sufficiente a sanare una situazione così grave. Nessuno degli interventi messi in atto sino ad ora garantirebbe la stabilità della torre nel tempo. Già in anni precedenti il comitato aveva chiesto maggiore autonomia e risorse per operare.

Cosa verrà fatto

Stando a quanto emerso dal recente incontro, la Garisenda verrà messa in sicurezza e sarà avviato un massiccio restauro. "Serviranno per il consolidamento sismico e strutturale. Non penso che il progetto di messa in sicurezza e restauro della Garisenda finirà nel 2026, ma dobbiamo fare in modo che venga finanziato questo ‘pezzo’, rendicontabile secondo le regole del Pnrr", ha dichiarato il sindaco a Il Resto del Carlino.

La messa in sicurezza dovrebbe concludersi entro i prossimi sei mesi, quindi si procederà al restauro, e si lavorerà cercando di fare bene ma anche in fretta. Al momento non è possibile avere un'idea dell'impegno economico. "Sarà il comitato a indicare le modalità di restauro. I costi dipenderanno molto da quello che ci sarà da fare: serviranno settimane, probabilmente mesi per capirlo.

Con il ministro ci siamo detti che non parliamo di un edificio di grandissime dimensioni: immaginiamo quindi che le spese siano affrontabili da un'alleanza tra Comune, Stato e Regione", ha spiegato il sindaco Lepore.

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