"La risolviamo in commissariato": così l'automobilista ha fermato la truffa dello specchietto

La botta sull'auto e la richiesta di risarcimento da parte di due rom: ecco come un automobilista a Roma ha messo in fuga due malviventi che stavano tentando di raggirarlo

"La risolviamo in commissariato": così l'automobilista ha fermato la truffa dello specchietto
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La truffa dello specchietto continua a mietere numerose ignare vittime sulle strade di tutta Italia, e Roma è una delle città maggiormente prese di mira dai malviventi: non sempre, tuttavia, il raggiro si conclude con esito positivo, ed è quello che hanno sperimentato qualche giorno fa sulla propria pelle due individui di etnia rom.

Ormai si tratta di una prassi abbastanza collaudata, pur con qualche piccola differenza tra un caso e l'altro, ma in genere i truffatori prendono di mira i giovanissimi o gli anziani. Dopo aver individuato il loro obiettivo in una strada in genere poco trafficata, colpiscono la sua vettura, in genere con un sasso, e poi lo raggiungono per chiedere un risarcimento danni in contanti, spingendo l'ignaro automobilista a privilegiare quella modalità anziché avviare il consueto iter e coinvolgere la propria assicurazione.

È grossomodo quello che è accaduto nella mattinata dello scorso sabato 23 settembre a Lorenzo Di Mitri, docente di Storia e Filosofia al Convitto nazionale. Sono all'incirca le ore 10.30, quando l'uomo si trova a percorrere con la propria auto via Ettore Romagnoli in direzione via Nomentana nelle vicinanze degli studi (Dear) Rai in zona Municipio III di Roma. A un certo punto l'uomo si rende conto della presenza di una vettura che procede con estrema lentezza alla sua destra: "La supero con calma e poco dopo sento un forte botto", racconta il protagonista della vicenda a "Il Messaggero".

La strada in quel momento è deserta, e l'urto appena udito non convince tanto l'automobilista. "Vado avanti ancora per qualche metro e attendo che la macchina mi raggiunga", ricorda, tuttavia "ero sicuro che le distanze fossero giuste e quindi di non aver scontrato nessuno". A bordo dell'auto sospetta ci sono due persone di etnia rom: al volante un uomo robusto con gli occhiali, mentre sul lato passeggero una donna."Ora ci accostiamo al lato e la risolviamo in maniera civile", propongono i due al docente. Non c'è alcun tono intimidatorio e pare trattarsi di due persone perbene. "Parole pronunciate con un linguaggio pacifico tanto che per un attimo ho anche creduto che responsabilità di quel forte rumore fosse stata effettivamente la mia", considera l'uomo.

Ma neppure quell'atteggiamento cordiale toglie i dubbi circa la dinamica del presunto incidente. "Ho ripensato ad un altro episodio simile capitato a mia mamma all’altezza di viale Jonio ed a tante altre testimonianze sul gruppo dove ho raccontato la mia esperienza", racconta ancora l'uomo, "e quindi ho realizzato di trovarmi di fronte all'ennesimo raggiro".

A quel punto, per verificare la bontà della richiesta di risarcimento, non resta altro da fare che proporre di contattare la polizia: "Non sono sceso dall’auto, ma ho detto ai due di risolvere la questione presso il commissariato di

zona". Sono bastate queste parole a far capire ai truffatori che era il momento di levare le tende il più velocemente possibile: dopo esser risaliti in auto, i due rom sono fuggiti dal posto facendo perdere le loro tracce.

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