
Un’artista giapponese sbarcata in Italia negli anni Sessanta, e convolata a nozze con uno dei nomi più robusti della Milano che conta.Un grande direttore d’orchestra russo cacciato dalla Scala per non avere condannato l’invasione dell’Ucraina. E poi Cesare Fedeli, milanese, agricoltore. Tutta la storia che li fa incrociare ruota intorno a una grande cascina sull’Alzaia del Naviglio Pavese, andata in malora nel corso degli anni, e ora arrivata nelle mani di Fedeli e destinata a tornare a nuova vita. Che poi sarà la vita di una volta: i campi, i trattori, i magazzini per il riso.
Si chiama Cascina Annone, e dà il nome al ponte che davanti a lei scavalca il Naviglio, all’angolo con via Gattinara. Alle sue spalle, fino alla Barona, c’è l’ultimo grande pezzo di Milano contadina. Cesare Fedeli è uno degli ultimi contadini di Milano. «Contadino a dire il vero mi sembra un po’ riduttivo. Ho trecento ettari e dò lavoro a quindici persone. Diciamo che sono un agricoltore fiero di esserlo». Alla Barona i Fedeli hanno da sempre la Cascina Battivacco, che sta al passo con la modernità, fa da agriturismo, ospita esperienze didattiche e gastronomiche, campus estivi eccetera. Ma continua a essere soprattutto una grande azienda agricola. «E siccome ho cinque figli - dice Cesare - mi serviva spazio. L’acquisto della Cascina Annone è nato così».
La Cascina è lì da secoli, e neanche l’architetto che la sta ristrutturando, Francesco Giamminola, è riuscito a risalirne alle origini.
Ma ad affascinare bastano le sue vicende più recenti. Finisce nel patrimonio dei Ceschina, i discendenti di quell’imprenditore vulcanico e fortunato che fu il capostipite Luigi, fornitore di fulmicotone e maschere antigas durante la Grande Guerra, e divenuto uno dei più importanti proprietari terrieri di Milano.
Il fratello di Luigi, Renzo, nel 1977 sposa una giovane giapponese arrivata in Italia pochi anni prima, Yoko Nagae, una arpista conosciuta in un caffè di Venezia. Renzo muore nel 1982 lasciando tutto a Yoko, che si ritrova miliardaria. E diventa una appassionata mecenate, pronta a sostenere artisti e istituzioni: la Filarmonica di New York, l’orchestra nazionale di Israele. E musicisti. Tra questi, il direttore d’orchestra russo Valery Gergiev.
Per Gergiev, la giapponese prova una ammirazione devota al punto di assegnargli nel suo testamento muore nel 2015 -un patrimonio immobiliare di valore inestimabile, sparso tra Venezia e la Costiera Amalfitana. A Milano, una ventina di appartamenti. E la Cascina Annone con tutti i suoi terreni, da tempo in affitto all’azienda agricola dei Fedeli.
La grande, storica cascina cade progressivamente a pezzi, perchè a Gergiev di prendersene cura non passa neanche per la testa. Ancora meno a partire dal marzo 2022, quando scoppia il caso che lo vede protagonista. Putin ha appena scatenato la guerra. Gergiev è atteso alla Scala, il sindaco Sala gli chiede di condannare l’invasione, il maestro non risponde, il suo contratto viene annullato. Non mette più piede in Italia. E la Cascina Annone resta lì. Fino a quando Cesare Fedeli non decide che così non va bene.
Che per un agricoltore come lui, vedere crollare quel pezzo di storia non ha senso. Così fa la sua offerta, e dalla Russia Gergiev accetta. Per la grande cascina fuori dal tempo, con alle spalle i mucchi di letame e il vetrocemento di Assago, comincia una nuova vita.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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