È accusato è di aver trafficato tecnologia militare con i Pasdaran per la costruzione di droni esplosivi, come quello che il 28 gennaio scorso uccise tre militari - Breonna Alexsondria Moffett, William Jerome Rivers e Kennedy Sanders - nella base statunitense Tower 22 in Giordania, ferendo altri 40 soldati.
Si chiama Mohammad Abedininajafabadi (ma tutti lo conoscono con il nomignolo di «Ammedini») ha 38 anni e doppia cittadinanza iraniana e svizzera, l’uomo arrestato martedì pomeriggio alla Malpensa a fini estradizionistici dalla Digos di Milano, guidata dal dirigente Giuseppe Marotta e dal capo della sezione antiterrorismo Beniamino Manganaro, in collaborazione con la Polizia di Frontiera dello scalo aeroportuale in provincia di Varese e con il coordinamento della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione - Servizio per il Contrasto dell’Estremismo e del Terrorismo Esterno e dell’Interpol - Servizio per la Collaborazione Internazionale di Polizia. Al momento dell’arresto Ammedini era a bordo di un volo di linea proveniente da Istanbul, in transito sul territorio nazionale. Fondatore e direttore dell’azienda iraniana San’at Danesh Rahpooyan Aflak Co. (Sdra o Sadra), proprio attraverso questa società il 38enne faceva arrivare i droni ai terroristi.
Secondo l’autorità giudiziaria statunitense «Amedini» è sospettato di associazione per delinquere finalizzata alla violazione dell’International Emergency Economic Power Act e per la fornitura di supporto materiale a un’organizzazione terroristica straniera (La Ircg, il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche), tramite la fornitura di componenti elettroniche per la costruzione di droni d’attacco. Un’accusa questa che ha colpito anche il suo presunto complice, il 42enne Mahdi Mohammad Sadeghi, iraniano arrestato a Boston e già comparso in un’aula Usa: l’uomo risulta come impiegato in un’azienda del Massachussets e fondatore di una seconda compagnia, sempre specializzata in microelettronica. Entrambi sono accusati di aver esportato il sistema di navigazione Sepehr, essenziale per i droni utilizzati dai Pasdaran, attraverso una terza società di copertura, la Illumove, aperta in Svizzera da «Amedini» per eludere i controlli statunitensi.
La polizia gli ha perquisito i bagagli sequestrando componentistica elettronica compatibile con i reati contestati dalla Corte di giustizia statunitense, materiale documentale cartaceo, bancario e commerciale, tre device
telefonici e informatici. Dopo gli adempimenti di rito, l’uomo è stato portato in cella a Busto Arsizio a disposizione della Corte d’appello di Milano che oggi ha convalidato l’arresto disponendo la custodia cautelare in carcere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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