"È colpa mia se è morto", il dolore della donna rapinata che Giacomo aveva cercato di aiutare

A Venezia è lutto cittadino. Tutta Italia è vicina alla famiglia del giovane eroe morto nel tentativo di sventare una rapina. La donna aiutata da Giacomo e dal suo amico si sente responsabile

"È colpa mia se è morto", il dolore della donna rapinata che Giacomo aveva cercato di aiutare
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L'Italia è ancora sotto choc per quanto accaduto a Giacomo Gobbato, il 26enne accoltellato a morte lo scorso venerdì 20 settembre mentre cercava di sventare una rapina avvenuta in corso del Popolo, a Mestre (Venezia). Di questa tragedia, che lascia tanto dolore e tanta amarezza, non si è forse ancora parlato di un'altra persona coinvolta, vale a dire la donna vittima di furto aiutata dal giovane eroe. A distanza di qualche giorno, Carmen, questo il nome della signora, non riesce a darsi pace e si ritiene in parte responsabile.

"Non avrei dovuto chiedere aiuto"

Trovarsi al suo posto deve essere doloroso. Carmen non potrà mai dimenticare cosa è accaduto quella maledetta sera, quando un criminale le ha strappato via lo zaino, mentre stava percorrendo una delle vie di Mestre. La donna, una 50enne di origini colombiane che vive in Italia da 25 anni, si è trovata di fronte un uomo alto e pericoloso, descritto come "un gigante di un metro e novanta", e non ha potuto fare altro che chiedere aiuto, come chiunque avrebbe fatto nei suoi panni. "All'improvviso, mentre ero al telefono con il mio compagno, mi ha afferrata da dietro, mi ha tappato la bocca e mi ha sferrato a freddo tre pugni", ha raccontato in un'intervista al Corriere della Sera. "Lei era disperata. Gridava: 'Aiuto, datemi aiuto. Mi ha rubato lo zaino. Chiamate la polizia'. L'ho incrociata assieme a un passante. Tremava ancora, era bloccata dalla paura", ha confermato Loris, 55enne veneziano compagno di Carmen.

Ad accorrere, dopo aver udito le sue grida, sono stati Giacomo e l'amico Sebastiano Bergamaschi. I due ragazzi non hanno esitato un istante, si sono lanciati all'inseguimento del facinoroso. Purtroppo sappiamo come è finita. Il 38enne di origini moldave era armato, ed ha accoltellato entrambi i ragazzi. Sebastiano è stato ferito alle gambe. Giacomo all'addome. La ferita di quest'ultimo è risultata fatale.

Una tragedia di cui Carmen si sente responsabile, anche se nessuno le attribuisce la colpa. "È colpa mia. Dovevo stare zitta e non chiedere aiuto. Vero, quello mi ha preso a pugni e mi ha rubato lo zaino, ma chi se ne frega. Se non avessi urlato, non sarebbe accorso nessuno e quel ragazzo di 26 anni oggi sarebbe ancora vivo", ha affermato, costernata. La famiglia e gli amici di Giacomo non provano alcun risentimento nei confronti della 50enne. Anzi. In commissariato sono stati proprio loro a confortarla. "Quando è arrivata la notizia che non ce l'aveva fatta ci tremavano le gambe ed eravamo devastati dai sensi di colpa, ma erano loro che ci facevano coraggio".

Il lutto cittadino

Intanto si preparano i funerali per il giovane coraggioso che ha messo a repentaglio la propria vita per aiutare una donna indifesa. "Ho disposto il lutto cittadino nel giorno delle esequie di Giacomo Gobbato.

Tutto il comune di Venezia sarà unito nel dolore", ha annunciato il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro.

Il giorno dell'estremo saluto a Giacomo, in tutti gli edifici comunali sarà disposta l'esposizione del gonfalone di Venezia a mezz'asta.

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