Il comune Pd chiede il pagamento per il Pride: scoppia la polemica

A Chieti, gli organizzatori dell'"Abruzzo Pride" si sono a quanto pare visti recapitare un'ingiunzione di pagamento del suolo pubblico, nonostante il patrocinio e le rassicurazioni precedentemente ricevute dall'amministrazione Pd e dagli uffici comunali. E non hanno perciò risparmiato un duro attacco a chi amministra e al Comune

Il comune Pd chiede il pagamento per il Pride: scoppia la polemica
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Erano a quanto pare convinti di non dover corrispondere il canone di occupazione del suolo pubblico per lo svolgimento della parata dell'orgoglio omosessuale, dopo aver incontrato l'amministrazione di centrosinistra e i dirigenti comunali ed aver ricevuto rassicurazioni in tal senso. E invece, a quasi un anno dall'evento, hanno ricevuto una comunicazione nella quale l'ente intimava loro di provvedere al pagamento del tributo. Questa la polemica scoppiata nelle scorse ore a Chieti fra gli organizzatori dell'"Abruzzo Pride", l'amministrazione comunale Pd e gli uffici comunali. A sollevare la questione, stando a quel che riporta il sito web ChietiToday, sono stati i soggetti organizzatori della manifestazione: questi ultimi hanno fatto sapere di essere pronti a pagare quanto richiesto, ma non hanno risparmiato un duro attacco a chi amministra e agli uffici comunali.

"Siamo sconcertate: il Comune di Chieti tramite l'Ica ci intima al pagamento del tributo per suolo pubblico per il "Pride Park 2023" Tale sconcerto deriva dal fatto che, durante gli incontri pre-pride con l'amministratore e gli uffici dirigenti preposti, ci era stato più volte confermato che il patrocinio concesso sollevasse da questo tributo - hanno dichiarato - eppure esce ora fuori della presenza di un regolamento interno, mai comunicato prima, secondo il quale il patrocinio non include alcun tributo. Come abbiamo sempre fatto assolveremo a questo tributo, considerando che Ica ci ha comunicato che in caso di non pagamento agiranno con un fermo amministrativo. Questa é l'ennesima conferma che la parola di un amministratore e degli uffici dirigenti preposti non ha valore e che la nostra esperienza faccia da monito per le associazioni che da oggi in poi vorranno svolgere una manifestazione a Chieti".

Attacco al quale il Comune ha replicato stamani parlando di una svista, facendo sapere di aver poi effettuato una donazione a beneficio dell'Abruzzo Pride di importo pari alla cifra contestata. Alla base di tutto ci sarebbe quindi stato un disguido. Ma quanto avvenuto, per una formazione politica particolarmente sensibile alla causa, sembra comunque rappresentare una vera e propria gaffe. "Nessun dolo, ma una manchevolezza nelle fasi di costruzione dell'evento.

Nei mesi di lavoro per la realizzazione del Pride, probabilmente, si è inceppato qualcosa nella comunicazione degli adempimenti - la replica del Comune, in una nota riportata dalla stampa locale - data la svista, gli amministratori hanno provveduto a una donazione all'Abruzzo Pride pari alla somma da versare all'Ica, come atto di responsabilità per il danno commesso in buona fede nel processo di elaborazione delle autorizzazioni e della modulistica necessaria alla realizzazione del Pride".

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