"Fascisti". "Infanga l'inno nazionale": la lezione degli studenti a Montanari

Gli studenti del Blocco Studentesco di Arezzo non hanno gradito le parole di Montanari in un istituto scolastico, giudicandolo denigratorio verso l'inno di Mameli. Piccato il critico d'arte: "Ignoranti"

Un primo piano di Tomaso Montanari
Un primo piano di Tomaso Montanari

Tomaso Montanari, critico d'arte e rettore dell'Università per Stranieri di Siena, è stato contestato da alcuni scolari delle superiori. Gli stessi che non avevano gradito il suo discorso tenuto in un istituto scolastico di Arezzo, giudicandolo offensivo e denigratorio nei confronti dell'inno nazionale (e dell'Italia in generale) ed avevano espresso la loro posizione affiggendo una serie di manifesti di protesta nei pressi dell'edificio. E per tutta risposta, il diretto interessato avrebbe risposto in maniera piccata, dando dei fascisti e degli ignoranti ai contestatori e inducendo il preside a consegnare i cartelloni alla polizia. Questo lo scontro a distanza andato in scena nelle scorse ore fra studenti del Blocco Studentesco e il docente, considerato vicino alla sinistra. Motivo della contesa, una conferenza che Montanari ha tenuto nei giorni scorsi in una scuola superiore della città toscana.

E nel corso dell'incontro, stando a quanto fatto sapere dai rappresentanti del Blocco, il rettore si sarebbe lasciato andare in primis ad alcune critiche sull'inno di Mameli. Gli autori lanciano accuse di "revisionismo", "becero sproloquio disfattista" fino a "squallida propaganda"."Pur essendo stato invitato per un intervento sulla storia dell'arte, Montanari si è gettato in un becero e rocambolesco sproloquio disfattista, infamando vergognosamente l'inno nazionale, la patria e la sacralità della sua difesa - si leggeva nei manifesti, stando a quanto riportato dalla stampa locale - in una scuola che dovrebbe educare all'amore per l'Italia, è andata in scena una squallida propaganda contro di essa. Che offende il sangue degli eroi morti per la patria e quelli dei martiri, massacrati perché italiani. Non possiamo stare in silenzio. Viva l'Italia".

La reazione piccata di Montanari

Rilievi che Montanari non avrebbe affatto gradito. E si sarebbe quindi lasciato andare ad insinuazioni, a più riprese. Innanzitutto, avrebbe tacciato di fascismo i contestatori, dai propri account social. "Bel clima ad Arezzo, eh? - la sua prima replica, pubblicata su Twitter due giorni fa - la lezione era sull'articolo 9 della Costituzione che, no, ai fascisti non piace". E nelle scorse ore ha rincarato la dose, preferendo per il momento dare dell'ignorante a chi l'ha contestato piuttosto che confrontarsi civilmente con loro.

"Intanto non ho certo ricevuto critiche da professori ordinari di Storia - il nuovo attacco del rettore agli studenti aretini, riportato dal quotidiano La Nazione - l’inno come tutto il resto va contestualizzato ed è questo che ho detto. È figlio di un’epoca che agganciava il prestigio di una Nazione all’esercito e alla guerra, elementi che il fascismo ha enfatizzato, oggi ognuno ha il diritto di dire che dovrebbe essere meglio collegabile alla cultura e alla scuola. Un diritto di critica che è stato tradotto in libri, come "Sublime madre nostra" di Alberto Maria Banti.

Si tratta di intimidazioni ridicole". Intimidazioni che il Blocco Studentesco avrebbe però negato. E proprio qualche ora fa, gli studenti avrebbero invitato Montanari ad un confronto civile da programmare nei prossimi giorni.

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