Se la pista ciclabile blocca l'ambulanza, rabbia dei soccorritori a Milano

I mezzi di soccorso hanno difficoltà a percorrere corso Buenos Aires a Milano dopo la creazione della pista ciclabile. Ecco cosa rischiano i pazienti

Se la pista ciclabile blocca l'ambulanza, rabbia dei soccorritori a Milano

Così pensata e messa in atto la pista ciclabile milanese di corso Buenos Aires, che va da Porta Venezia a piazzale Loreto, continua a creare non pochi problemi ai mezzi di soccorso. Ricordiamo che è stata realizzata in sede protetta su entrambi i lati della via, che ha una larghezza di circa due metri e cordoli larghi 50 centimetri e alti 17. La sosta lungo tutto il corso è stata eliminata, mentre sono stati creati alcuni spazi adibiti al carico e scarico a servizio degli esercizi commerciali presenti lungo il tragitto. In futuro i marciapiedi verranno ampliati e arricchiti da vasi con piante. Noi de IlGiornale.it abbiamo deciso di controllare la situazione e vedere, con i nostri occhi, se il traffico cittadino e la ciclabile possano creare problemi ai mezzi di soccorso, costretti ad attraversare corso Buenos Aires. Come potete vedere dal video che abbiamo girato ieri, martdì 10 ottobre (erano le 16.30), un'ambulanza ha avuto non poca difficoltà a percorrere il tratto precedente all'incrocio con piazza Lima. Il traffico fortunatamente non era ancora molto sostenuto, ma alcune auto hanno rallentato la sua marcia, non potendosi spostare. Infatti vi è solo una corsia per le macchine per ogni senso di direzione.

Cosa rischiano i pazienti a bordo delle ambulanze

Per capire meglio la situazione abbiamo contattato Maurizio Gussoni, ex presidente regionale della Lombardia della Croce Rossa oltre che volontario soccorritore autista in ambulanza per oltre 17 anni. "La viabilità di corso Buenos Aires è stata sempre molto importante per i mezzi di soccorso - ha spiegato Gussoni - in quanto è la direttrice che si è sempre utilizzata per dirigersi verso le rianimazioni del Policlinico e soprattutto dell'ospedale Fatebenefratelli. O nell'altro senso di marcia verso l'ospedale Niguarda. Quello che hanno fatto, in particolar modo i plinti di cemento che delimitano le piste ciclabili, di dimensioni fuori da ogni logica, impediscono alle ambulanze di superare gli ostacoli quando c'è traffico". Alla fine, quindi, le ambulanze non possono fare altro che viaggiare nella corsia centrale e, se le due corsie sono occupate, cercare di farsi strada, sempre che ci riescano.

Percorso obbligato per i mezzi di soccorso

Tanto è vero che i mezzi di soccorso che passano adesso in corso Buenos Aires, compresi i vigili del fuoco, sono molto meno rispetto a prima. "Tutto questo - ha continuato Gussoni- obbliga a percorrere vie laterali o parallele, che rendono particolarmente delicato il trasporto dei pazienti con talune patologie, in particolare l'infarto o la sospetta frattura di colonna, che devono essere trattate con una guida molto omogenea e liscia. Invece, passando dalle strette vie interne di Porta Venezia, pur usando la sirena diventa obbligatorio continuare ad accelerare e decelerare sui numerosi incroci non semaforizzati che si incontrano". Questo diventa un danno per i pazienti. Le autorità sono state più volte sollecitate sull'argomento ma non hanno fatto nulla. La cosa più grave è che nessuno ha chiamato gli esperti del settore per confrontarsi sul problema. Le cose sono state fatte così e così rimangono.

Marco Guernelli è un autista soccorritore del Comitato di Sesto San Giovanni. Ci spiega che il tempo in caso di soccorso in emergenza è fondamentale, in quanto una statistica ha stabilito che la percentuale di sopravvivenza va calando a seconda dei minuti che passano in caso, ad esempio, di arresto cardiaco. "Ogni minuto in più toglie possibilità di vita. Se poi parliamo della disostruzione pediatrica, i tempi di sopravvivenza in questi bambini sono ridottissimi. Se non arriva velocemente l'ambulanza per praticare la manovra di Heimlich di disostruzione si rischia il decesso", ha precisato Guernelli. Ufficialmente in Italia, ogni anno, circa 450 bambini sono oggetti di ostruzione delle vie aeree. In media in Italia ogni anno 30-50 bambini perdono la vita per soffocamento, ovvero 2-4 episodi ogni mese. L’età in cui accade più spesso questo spiacevole evento è tra 6 mesi e 2 anni e la causa principale è l’inalazione di corpi estranei. Nella maggior parte dei casi l’ostruzione è di tipo alimentare.

Com'è una strada sicura per i soccorritori

Creare problemi nella viabilità vuol dire, prima di tutto, arrecare un possibile danno alla salute dei pazienti, che spesso rischiano la vita. Oltre a situazioni di stress nei volontari, che dopo ore di lavoro si mettono alla guida di un'ambulanza e devono anche subire questo tipo di difficoltà. Come ci è stato spiegato da chi lavora sui mezzi di soccorso quando qualcuno guida un'ambulanza in emergenza, soprattutto in mezzo al traffico, la pressione arteriosa arriva quasi a 200 per la tensione nervosa. Da considerare, inoltre, anche che le ambulanze di oggi hanno dimensioni maggiori rispetto al passato perché sono particolarmente attrezzate. Svicolarsi nel traffico diventa quindi un'impresa ancora più complicata. "Una via fatta bene prevede una corsia di destra, una di sinistra, e dello spazio in mezzo per far passare i mezzi di soccorso. In corso Buenos Aires, e in buona parte di viale Monza, questo spazio non c'è. Quando si parla di arresto cardiaco si indica il tempo limite di 10 minuti per salvare una vita, con una percentuale di successo che cala del 10% ogni minuto", ha concluso Guernelli. Il danno cerebrale è probabile se l'arresto cardiaco dura più di 5 minuti senza l'intervento di primo soccorso che prevede la Rianimazione Cardio Polmonare. Il decesso è probabile se l'arresto cardiaco dura più di 8 minuti. Quindi, la RCP per arresto cardiaco deve essere avviata quanto più velocemente possibile.

Cosa è successo in via Sacchini

Lo scorso mese avevamo parlato del problema mobilità in via Sacchini, dovuto alla pedonalizzazione della strada a seguito di un intervento di urbanistica tattica. Nel pomeriggio di martedì 10 ottobre verso le 16.45 un'ambulanza non è riuscita ad accedere a causa della presenza di tavoli da ping-pong, vasi e panchine posizionati sull'asfalto. Il paziente che si trovava a bordo ha rischiato di morire. Il poveretto poco prima aveva accusato un malore e si era accasciato a terra. Subito era partita la chiamata al 118 che aveva prontamente inviato un mezzo di soccorso sul posto.

Una volta arrivati però, i soccorritori hanno dovuto parcheggiare l'ambulanza in via Porpora e proseguire a piedi, con tanto di barella e attrezzature mediche necessarie a soccorrere il paziente. Dopo quanto avvenuto il gruppo consiliare del Municipio 3 sta valutando l’ipotesi di un esposto denuncia alla procura della Repubblica per interruzione di pubblico servizio.

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