Denti d'oro rubati ai defunti: tra i 5 a processo un dipendente Ama

Il dipendente Ama, dopo essersi impossessato delle preziose protesi dentarie, le rivendeva a un Compro Oro che riusciva a occultarne la provenienza

Denti d'oro rubati ai defunti: tra i 5 a processo un dipendente Ama

Rubava i denti d'oro dalle sepolture nel corso delle fasi di estumulazione delle quali veniva incaricato e poi li rivendeva per arrotondare lo stipendio: per un dipendente della municipalizzata Ama addetto ai servizi cimiteriali, è arrivato quest'oggi il rinvio a giudizio.

Un'attività illecita che si sarebbe protratta dal 2010 al 2013, con il coinvolgimento di altre quattro persone finite anch'esse a processo. Oltre ad Alessandro Avati, accusato del reato di peculato, sono finiti alla sbarra Andrea Ciabattini, titolare di un Compro Oro di Centocelle in cui le preziose protesi venivano rivendute, Arianna Bucci ed Erasmo Di Fava, presunti complici del responsabile indagati per occultamento della refurtiva e l'albanese Dashuri Bici, il quale avrebbe apposto una targa contraffatta su una Bmw rubata in Svizzera.

Come agiva il dipendente Ama

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti e riportato da "Il Messaggero", il dipendente agiva approfittando del proprio ruolo di addetto ai servizi cimiteriali. Nel momento in cui Ama lo incaricava di procedere alle fasi di estumulazione previste dopo i trent'anni dalla sepoltura, oltre a raccogliere i resti dei defunti dai loculi, Avati setacciava le sepolture alla ricerca di preziosi, come i denti d'oro delle protesi.

Una volta in possesso della refurtiva, si occupava di nasconderla fino alla fine del proprio turno e, una volta fuori, rivendeva il bottino al Compro Oro di Andrea Ciabattini. Il posto ideale a cui appoggiarsi, dato che, come emerso dalle indagini, il titolare riusciva a occultare la provenienza dell'oro anche avvalendosi della collaborazione degli altri due complici. L'attività criminale triennale si è conclusa nel 2013, quando, nonostante la perfetta organizzazione, i responsabili sono stati smascherati dai carabinieri del nucleo operativo di Roma Casilina.

Ciabattini, secondo l'accusa,"riceveva numerosi oggetti in oro, compendio di peculato o di delitto contro il patrimonio, occultandone l'origine illecita con il registrarne falsamente l'acquisto da Arianna Bucci (21 transazioni) ed Erasmo Di Fava (47 transazioni)". Questi ultimi, quindi, si occupavano di registrare l'acquisto delle preziose protesi a circa 300 inconsapevoli clienti,"così da impedire l'accertamento della provenienza delittuosa di tali beni"

Con gli elementi a propria disposizione, il pm Gennaro Varone aveva chiesto il rinvio a giudizio per i reati contestati ai cinque imputati di cui sopra nell'agosto del 2022. Ieri il gup ha accettato tale richiesta, determinando il rinvo a giudizio. Ciò che rimane da chiarire in fase processuale è se i denti venivano rubati da Avati per essere poi venduti oppure ceduti al Compro Oro e quali fossero le cifre concordate. Ama si è costituita parte civile contro il dipendente. "Giusto il rinvio a giudizio di fronte a fatti di gravità ed efferatezza inaudite e che meritano di essere condannati con il massimo rigore", ha commentato il legale di Ama Giuseppe Di Noto, come riferito da Il Messaggero.

Non solo furto

Alessandro Avati, peraltro, risulta tra gli indagati per truffa e vilipendio per quanto avvenuto nel cimitero di Prima

Porta, un procedimento già in corso da tempo. I responsabili, tutti dipendenti Ama, chiedevano del denaro ai parenti dei defunti per le procedure di estumulazione, mutilando peraltro le salme qualora fossero ancora intatte.

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