"Donne chiuse in un "recinto" durante la festa di fine Ramadan"

A Castelfiorentino (Firenze) le Lega ha puntato il dito contro la festa di fine Ramadan organizzata nel palazzetto dello sport locale: le (poche) donne partecipanti alla preghiera sarebbero state confinate in uno spazio circoscritto e ben deliminato da alcuni banchi

"Donne chiuse in un "recinto" durante la festa di fine Ramadan"
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Donne emarginate e confinate in una sorta di "recinto" durante la preghiera di fine Ramadan, in uno spazio laterale e nettamente separato da quello riservato uomini. Questo l'aspetto sul quale ha posto l'accento la Lega, non risparmiando una "stoccata" alla comunità musulmana e una indiretta all'amministrazione comunale Pd per aver concesso l'utilizzo del palazzetto dello sport durante l'iniziativa finale del periodo di digiuno. Una vicenda che arriva da Castelfiorentino, una realtà comunale rientrante nella Città Metropolitana di Firenze. Un paio di giorni fa, circa trecento musulmani si sono radunati per pregare e celebrare il termine del Ramadan. Un momento che il sindaco Alessio Falorni ha immortalato e postato sui social network, corredandolo con un messaggio nel quale ha ribadito l'importanza di continuare a promuovere a suo avviso un'integrazione effettiva.

Ma non tutti gli utenti hanno apprezzato, a quanto sembra: c'è stato anche chi ha fatto notare le differenze culturali persistenti che formano ancora una barriera, soprattutto per quel che riguarda la differente concezione della donna tra i Paesi occidentali e quelli islamici. “Abbiamo fatto un patto con la comunità islamica volto a favorire il lavoro comune per superare determinate abitudini, aumentare il senso civico e favorire l'integrazione – ha replicato il primo cittadino – in quella platea c'erano famiglie che fanno parte di Castelfiorentino. Quello dell'immigrazione è un tema mondiale. L'integrazione è l'unica strada da seguire, sotto la cornice della Costituzione”. A più di qualcuno non è tuttavia sfuggito un duplice dettaglio della preghiera, emerso dalle foto: quasi tutti i partecipanti alla festa di fine Ramadan erano uomini.

E soprattutto, le poche donne presenti erano state sistemate in una zona defilata, delimitata da una specie di banchi sui quali spiccava il colore giallo: una situazione apparsa quindi discriminatoria. E Susi Giglioli, capogruppo della Lega in consiglio comunale nonché candidata a sindaco alle prossime elezioni amministrative, non le ha mandate a dire. “Penso che ognuno abbia diritto di professare la propria religione - ha premesso la diretta interessata - ma parlare di integrazione in merito a una celebrazione che chiaramente emargina la donna è in antitesi con i nostri diritti sociali e democratici.

Senza contare che una cultura che tiene le donne in un “recinto” entra in aperto contrasto con la nostra e con i nostri diritti di libertà, di democrazia e di parità per i quali, come donne, ci siamo storicamente battute. Non ci possono essere due pesi e due misure a tempi alterni solo per ideologia o opportunità politica".

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