L'incubo era iniziato a gennaio quando la ragazzina, in quel momento non ancora 15enne, insieme a dei suoi amici, molti dei quali più grandi di lei, ha tirato per la prima volta cocaina. Da qui è iniziata la discesa nella dipendenza, che ha reso la giovanissima succube del suo pusher, un 27enne di origini tunisine. Il ragazzo, infatti, non ha esitato ad approfittare dello stato di fragilità in cui si trovava la ragazza, quasi ancora bambina. Dai messaggi scambiati fra di loro si possono infatti individuare diversi tentativi di avvicinamento da parte del pusher, che aveva ad esempio iniziato a spostare i loro incontri verso le ore serali, così da poter essere più isolati. "Ti vengo a prendere e poi andiamo a casa mia a fare sesso," le diceva, ma la ragazzina, come ha raccontato anche ai carabinieri, continuava a rifiutarlo. Fino a quando il pusher non avrebbe sfruttato lo stato di astinenza della 15enne per costringerla ad atti sessuali in cambio di una dose.
Gli abusi
Dalle avance tramite messaggio, fino agli appuntamenti serali per venderle la droga, come riporta Il Resto del Carlino, le pressioni sessuali del ragazzo verso la 15enne sono state imperterrite. Stando a quanto raccontato dalla ragazzina, si incontravano vicino al supermercato del quartiere o davanti a scuola. Quando si vedevano il pusher le chiedeva di sedersi sulle sue gambe e, sfruttando il suo stato di bisogno, la costringeva a baciarlo con la scusa di passarle la dose via bocca. Per attirarla ancora di più in questo circolo vizioso, sembra che il tunisino le regalasse dosi di cocaina o che le vendesse maggiori quantità di cocaina a prezzi più bassi. Di questa preferenza se ne sarebbero accorti anche i suoi amici, che avrebbero iniziato ad affidarsi a lei per acquistare la droga, rendendola in questo modo ancora più esposta al pusher. L'apice dell'incubo è poi arrivato a marzo, quando, sfruttando lo stato di astinenza della ragazzina, il 27enne l'ha convinta ad avere rapporti dietro a un cespuglio in cambio di una dose. Un atto durato pochi minuti, che il tunisino avrebbe minimizzato: "Che sarà mai...". Alla cui conclusione però, la ragazzina sarebbe scappata via, in preda alla vergogna.
Il racconto ai carabinieri
La via d'uscita è arrivata però appena a ottobre, dopo che i genitori avevano avvertito le forze dell'ordine della scomparsa della figlia. Sparita per 24 ore da casa, il giorno dopo era rientrata da sola, ma i carabinieri non si sono accontentati di questo apparente "lieto fine" e hanno iniziato a incontrare la ragazza durante audizioni protette. Inizialmente i militari si sono scontrati con un muro di silenzio, finché non sono riusciti a conquistare la fiducia della 15enne, che finalmente ha potuto aprirsi.
"Ho acconsentito a fargli quella cosa perché ero in astinenza e lui se ne è approfittato," ha raccontato ai militari. Questi si sono subito attivati con un'indagine lampo che ha portato all'arresto del pusher, accusato di violenza sessuale, aggravata dalla minore età della vittima e dalla sua condizione e di spaccio continuato. La ragazzina è riuscita a confidare ai carabinieri l'intera storia, partendo dai primi approcci alla cocaina, fino alla dipendenza e agli abusi del tunisino. Ha dichiarato di avere acquistato, in dieci mesi, dosi da mezzo grammo fino a cinque volte a settimana, cosa che ammonterebbe ad un totale di circa 200 acquisti, per una spesa di quasi 6.000 euro. Viste le somme ingenti, sono in corso degli accertamenti sul come fosse stato possibile che una 15enne potesse avere accesso a quantità di denaro del genere.
Attualmente, la ragazzina si trova a casa dei genitori, dove sta attraversando un complicato percorso di disintossicazione. Grazie all'intervento delle forze dell'ordine e dei servizi sociali è stata liberata dal controllo che il suo pusher ormai esercitava su di lei.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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