I tremori e le labbra nere: cos'è successo a Palermo

Il freddo intenso, il malessere e la paura, ecco cosa è successo alla bambina della scuola elementare Loi e alla corsista dell'università di Palermo

I tremori e le labbra nere: cos'è successo a Palermo

Un freddo di tale entità da portare all'ipotermia, pare impossibile, eppure a Palermo si sono verificati già due casi, l'uno a poca distanza di tempo dall'altro. Il primo episodio alla scuola elementare Emanuela Loi, dove una bambina di soli 10 anni si è sentita male ed è stata portata di corsa in ospedale. Il secondo, invece, si è verificato l'altro giorno in un'aula dell'università in viale delle Scienze, nella cittadella universitaria del capoluogo siciliano. Ad accusare un malore è stata una ragazza che stava seguendo un corso di formazione.

Nausea, labbra nere e pallore

Momenti di paura, oltre che di sofferenza. Nessuno si aspetterebbe mai di stare male a causa del freddo mentre sta assistendo a delle lezioni. La corsista, di nome Roberta, ricorda le sensazioni provate in quel momento. "Una nausea fortissima, le labbra nere, un forte pallore, mani e gambe intorpidite", racconta al Corriere della sera.

Il malore arriva durante una pausa fra le lezioni, quando il freddo si è fatto sempre più intollerabile. Compreso lo stato in cui si trovava la compagna, alcuni colleghi di corso hanno cercato di riscaldarla come potevano, coprendola con quanto avevano a disposizione. Poi, la chiamata ai soccorsi. Trasportata all'ospedale di Alcamo, suo paese d'origine, Roberta viene assistita tempestivamente. La diagnosi è chiara: ipotermia. "Ho rischiato di morire", dichiara.

Il freddo che in questi giorni sta interessando l'Italia, unito ai problemi logistici di certe strutture, ha portato a questo. Nel caso dell'università di Palermo, da tempo l'aula in questione non aveva i riscaldamenti funzionanti e il problema era stato segnalato, senza ottenere risposta.

"In autunno è andato tutto bene, ma quando è arrivato il freddo sono cominciati i problemi", racconta Roberta. "Per far fronte al gelo ci vestivamo come per andare a sciare: io mettevo due paia di calze di pile, pantaloni pesanti, maglioni, pellicciotto e sciarpa. Per scaldarci le mani andavamo in bagno e usavamo l’asciugatore con l’aria calda. Tenevamo stufette sotto ai banchi e plaid in grembo", continua.

I genitori preoccupati

C'è paura anche per i bambini che stanno andando a scuola. Raggiunta telefonicamente dal Corriere, la madre della piccola che si è sentita male in classe ha spiegato che la figlia non si è ancora del tutto ripresa. "Martedì mi telefonano le maestre. Mi dicono che la bambina non sta bene. Corro lì e mi riferiscono che durante la lezione, a un tratto, aveva cominciato a tremare, non rispondeva e non riusciva a muoversi. Se ne è accorto il compagno di banco", ha riferito. "Quando sono arrivata era ancora stordita, l'avevano messa in una stanzetta. Ho detto di chiamare un'ambulanza. I medici del 118 le hanno messo addosso una coperta termica e ci hanno detto che si trattava di un principio di ipotermia", ha aggiunto.

Anche in questo caso, l'istituto aveva da tempo dei problemi al riscaldamento

causati da un guasto all'impianto fognario. Un guasto segnalato dalla dirigente scolastica dallo scorso marzo, ma ancora non risolto. Le cose paiono essere state sistemate in questi ultimi giorni, dopo le fortissime polemiche.

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