"È indemoniato". Sale e fili annodati: il gesto choc contro un bimbo autistico

Incenso sul balcone, candele rosse, frasi sconnesse scaccia-demonio e pagine di giornali con versi della Bibbia: la denuncia dell'associazione Asperger Abruzzo

"È indemoniato". Sale e fili annodati: il gesto choc contro un bimbo autistico
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Fino a che punto può spingersi la disumanità? Conosce limiti lo sprezzo verso un bambino autistico di livello 3? Perché c'è ancora spazio per false credenze che nei fatti non solo umiliano il piccolo ma suonano anche come una bastonata nei confronti della sua famiglia? In Abruzzo sta facendo molto discutere quanto accaduto a Ortona (in provincia di Chieti) dove una donna, probabilmente spinta da un'ossesione mistica, si è resa protagonista di una sorta di rituali in presenza di un bimbo come se fosse posseduto dal demonio. Perché sembra essere proprio questa la sua convinzione.

La denuncia è arrivata dall'associazione Asperger Abruzzo, che ha spiegato nei dettagli come la famiglia stia attraversando un periodo tutt'altro che facile a causa delle azioni messe in atto dalla signora sui 60 anni che abita al piano sopra: urla contro il bambino, sale gettato sulle scale, incenso buttato sul balcone, fili annodati alla maniglia della porta della famiglia (come se si volesse intrappolare il demonio che vivrebbe nella casa), passeggiate con tanto di candele rosse, frasi sconnesse scaccia-demonio e pagine di giornali con versi della Bibbia lasciate sulle scale.

E non sarebbe finita qui, visto che la signora è stata accusata di disturbare il sonno del piccolo urlando e spostando pesanti mobili nei reparti sopra le camere da letto. Inoltre viene fatto sapere che la palazzina ha una via privata di proprietà di tutti i condomini e la donna - sempre secondo le accuse ricevute - avrebbe messo in atto una serie di gesti prepotenti quando l'automobile della famiglia è stata parcheggiata sulla stradina privata comune.

"La signora, che lavora in una scuola dove di autistici ce ne sono tanti, ha subito procedimenti legali in passato per il medesimo comportamento verso un'altra famiglia", si legge. La famiglia ha tentato di percorrere le vie istituzionali del caso, scrivendo mail e Pec al sindaco e agli assistenti sociali con l'auspicio di poter contare su misure in grado di arginare i gesti della donna. La speranza è quella di un intervento celere, anche alla luce della strage di Altavilla Milicia (in provincia di Palermo) che ha visto una moglie e due figli uccisi per scacciare la presenza di quello che si riteneva essere il demonio.

Il timore è che anche nel caso di Ortona la situazione possa degenerare in maniera pericolosa: da qui la richiesta di un intervento tempestivo (sociale o sanitario) per far sì che possano essere scongiurate potenziali sciagure future. Anche per far passare un messaggio ben preciso: di fronte a un bambino autistico non si può percorrere la strada di terapie inesistenti o di rimedi privi di ogni base scientifica.

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