"La famiglia sa...". Quella verità su Kata, lo zio e l'albergo

Dalle videocamere messe al vaglio risulta che Kata non è mai uscita dall’albergo. Il perito forense al Giornale.it: "Non ci sono tracce della bambina. Si crede che anche i genitori sappiano, ma non parlano"

"La famiglia sa...". Quella verità su Kata, lo zio e l'albergo
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Kataleya Alvarez, ormai scomparsa da due mesi, ovvero dallo scorso 10 giugno, è un mistero che a quanto pare non vuole risolversi. Ma Michele Vitiello, incaricato perito forense dalla Procura di Firenze, scopre alcuni dei dubbi che si sono accumulati negli scorsi giorni, a partire dall’arresto dello zio di Kata, Abel Alvarez Vasquez, lo scorso 5 agosto.

Il racket degli affitti

“Hanno arrestato lo zio e gli altri perché servono per seguire una seconda traccia, rilevata durante le indagini”, spiega al Giornale.it Vitiello. Il perito forense si riferisce all’indagine sul racket degli affitti all’interno dell’ex hotel Astor, occupato da una comunità di peruviani – e non solo – di cui faceva anche parte la famiglia di Kata.

Una dichiarazione che risulta anche dagli interrogatori tenuti ieri, 9 agosto. Lo zio di Kata è stato arrestato insieme ad altri tre peruviani, in quanto accusati di gestire il racket degli affitti. Sono stati sentiti nella giornata di ieri dal gip nell’interrogatorio di garanzia e, secondo quanto riferito dall’avvocato, Elisa Baldocci, avrebbero rigettato le accuse, fornendo inoltre anche una versione, naturalmente diversa, riguardo all’episodio dell’ecuadoregno caduto dall’edificio poco prima che Kata scomparisse. Durante l’interrogatorio non è stato parlato di Kata, ma è possibile che ne verrà fissato uno ad hoc con il pm, come spiegato da Baldocci.

“Omissioni da parte della famiglia”

Vitiello parlando dei moventi dell’arresto dei quattro peruviani ha spiegato, invece, che è stato questo ad aver reso possibile l’analisi dei telefoni dei famigliari. “In questo modo si possono analizzare anche i messaggi dei genitori”, perché, come spiega il perito, “sembra emergere che la famiglia sa qualcosa”. Dunque, il dubbio della procura è che qualcuno dei famigliari, lo zio, i genitori, sia a conoscenza dei misteri che ancora avvolgono la scomparsa della bambina di cinque anni.

“Nessuna traccia della bambina”

La teoria verrebbe rinforzata ulteriormente dalle immagini delle telecamere. Vitiello, infatti, è a capo della squadra predisposta per mettere al vaglio il materiale video della videosorveglianza di Firenze, però, fino ad ora, non vi sono state scoperte importanti per le indagini. “Se vi fossero state, sarebbe uscita la notizia”, spiega il perito, “ma di Kata non vi è traccia. Per quanto ci riguarda Kata non è mai uscita dall’albergo”.

Una dichiarazione che preoccupa e che, infatti, renderebbe plausibile l’ipotesi secondo cui qualcuno all’interno dell’ex hotel Astor e vicino a Kata sa. “Ci sono molte omissioni”, dichiara Vitiello "e dunque si è posta la necessità di mettere i messaggi al vaglio".

L’unica “novità”, per così dire, che risulta dalle telecamere è la “presenza di

personaggi strani”, come racconta Vitiello. Non potendo pronunciarsi ulteriormente, specifica, però, che “ci saranno ulteriori approfondimenti sul ruolo e sul perché della presenza di questi personaggi”.

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